Giornata difficilissima per il Partito Democratico a poche ore dal voto. Domenica si terranno le elezioni in sette regioni italiane ma anche in diverse città dello Stivale. E a distanza di 48 ore Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia del Senato, tira fuori l’elenco gli “impresentabili”. Tra questi, anche Vincenzo De Luca, candidato governatore Pd in Campania.
Per De Luca il giorno più lungo. La notizia la riceve nel primo pomeriggio di un venerdì pieno di colpi di scena. E’ a pranzo, con lui a tavola c’e’ il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, l’ultimo di una serie di esponenti del Pd e del governo giunti a Napoli per lanciare la volata finale all’ex sindaco di Salerno. La mazzata che si abbatte sull’ultima giornata di campagna elettorale del candidato dem e’ annunciata da un cicalino sul telefono e arriva con un messaggio su Whatsapp che a De Luca viene girato da un suo collaboratore: Bindi l’ha inserito nella lista degli “impresentabili”. De Luca non nasconde la sua irritazione e a Poletti dice: "Certe cose non si fanno nell’ultima giornata di campagna elettorale".
De Luca raduna i suoi, il tempo di preparare la controffensiva. Il suo ufficio stampa mette a punto una lunga nota in cui De Luca annuncia querela alla Bindi per diffamazione e la sfida a un dibattito pubblico "per sbugiardarla". Poi la definisce come "l’unica impresentabile" ricordando che "tra i suoi sponsor politici c’e’ uno dei peggiori esponenti della clientela politica in Campania, massimo produttore del debito sanitario".
Alle 16:30 il candidato governatore e’ nella sede di un’emittente regionale per registrare un messaggio agli elettori di due minuti. E’ li’ che incontra i giornalisti. Vorrebbe rifarsi al comunicato nel frattempo diffuso ma poi non resiste alle sollecitazioni e si lascia andare: "Vorrei dire tante cose, ma e’ meglio che mi freno. Anche perche’ senno’ che gli dico stasera alla gente che verra’ per la chiusura all’Arenile di Bagnoli?". Qualcuno gli ricorda che la lista lo annovera come il capo degli impresentabili. Gli scappa un ghigno, cui fa posto l’ironia: "Sono effervescenze, flebilita’, pinzellacchere direbbe Toto’, ma fatte nell’ultimo giorno di campagna elettorale sono anche cose che si possono definire in altro modo. Lasciamo perdere…". E trova anche il tempo di sorridere quando rileva che gli impresentabili sono in maggioranza nella lista di Caldoro. Comunque “il popolo non e’ scemo – avverte De Luca – ho fiducia nella sua intelligenza".
BUFERA PD Intanto nel Pd è bufera e volano gli stracci. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi spiega: "Noi siamo il Pd, sul tema della legalità, del rispetto della lotta alla corruzione non fa sconti a nessuno". Sulla vicenda De Luca, "che ora denuncerà Rosy Bindi, mi fa molto male una cosa: che si utilizzi la vicenda dell’antimafia per una discussione tutta interna, per regolare conti interni a partiti. L’antimafia non può essere utilizzata in modo strumentale, tutti si devono riconoscere nell’antimafia".
Si fa sentire anche Debora Serracchiani, che commenta il risultato del lavoro della Commissione Antimafia: “Abbiamo detto con chiarezza che Vincenzo De Luca e’ candidabile ed eleggibile. Con altrettanta chiarezza diciamo che non puo’ esservi alcuna strumentalizzazione del lavoro fatto dall’Antimafia".
Rosy Bindi, messa all’angolo, dichiara: “Ho taciuto per tutto il pomeriggio di fronte al tentativo di delegittimare il lavoro della Commissione e la mia persona. Ma non posso piu’ farlo di fronte alle accuse dei due vicesegretari del mio partito. In cosa sarebbe la ‘lotta personale’? Era ampiamente noto che la verifica si sarebbe fatta. Lo prevede il codice che abbiamo approvato all’unanimità come uno strumento della nostra attivita’ di conoscenza e inchiesta sul rapporto mafia politica". Di certo, non finisce qui.
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