Ancora attacchi al voto degli italiani nel mondo. La polemica, in vista del referendum costituzionale, continua. E cresce. Alessandro Pace, presidente del No, qualche ora fa in conferenza stampa ha detto che se il voto all’ estero fosse rilevante ai fini della vittoria del Sì “avremo la possibilità di effettuare reclamo all’ufficio centrale del referendum”, perché nel voto per corrispondenza “non è garantita la segretezza”.
Si tratta dell’ennesima presa di posizione da parte dello schieramento contrario alla modifica della Costituzione, insieme a quella sorta dopo la lettera inviata agli italiani all’estero dal premier Matteo Renzi.
A Pace ha risposto una delle deputata elette nella circoscrizione estero, l’italo-brasiliana Renata Bueno, per la quale “la polemica sul voto degli italiani all’estero sta raggiungendo livelli inverosimili e a tratti grotteschi. Per non parlare di un esimio costituzionalista come Alessandro Pace, che dichiara di voler fare ricorso qualora vincesse il Sì grazie ai voti degli italiani all’estero, come se ciò fosse il male assoluto. Una vera e propria offesa”.
Renata Bueno, eletta nella ripartizione estera Sud America con l’USEI, l’Unione Sudamericana Emigrati Italiani di Eugenio Sangregorio, pensa che sia importantissimo coinvolgere gli italiani nel mondo in queste elezioni, “perché anche loro possono partecipare in modo democratico al processo di cambiamento di cui ha bisogno l’Italia. Il sistema di voto va senza dubbio cambiato ed adeguato a quello di altri Paesi, come per esempio il Brasile. Fino a quando ciò non avverrà, deve essere garantita almeno la libertà di voto a tutti, senza se e senza ma”. “E soprattutto – conclude – è impensabile pensare di negare il diritto del cittadino di decidere se la vittoria del Sì al Referendum non dovesse piacere ai suoi più accaniti oppositori”.
Tra i più accaniti oppositori c’è Renato Brunetta, capogruppo forzista alla Camera, che domani avrà un incontro, insieme a delegati dei Comitati per il NO, con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. “Quello che è stato fatto in questi giorni dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è aberrante. Spedire, con la sua firma, lettere agli italiani residenti all’estero non per invitarli a votare ma per invitarli a votare Sì”. Per questo “i Comitati per il No avranno un incontro, domani pomeriggio, con il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, per capire che tipo di liste sono state fornite o al Comitato per il Sì o al presidente del Consiglio, per capire se ci sono stati degli abusi d’ufficio, per avere chiarezza”.
I deputati del Pd eletti all’estero in una nota sottolineano una contraddizione in termini nell’atteggiamento del Comitato per il No: “Gli strenui difensori del ‘la Costituzione non si tocca’ e i fautori del processo preventivo alle intenzioni di voto dei cittadini italiani all’estero avanzano, dunque, un’ipotesi di sospensione della legalità costituzionale e di aprioristica delegittimazione di quella parte dell’ordinamento che riguarda una parte dei cittadini italiani”. E anche il governo si schiera, con il viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini: “Il voto degli italiani all’estero vale esattamente come il voto degli italiani che risiedono in Italia. Chi volesse provare ad utilizzarlo in forma negativa farebbe uno sfregio a tutti gli italiani che vivono e risiedono fuori dal loro Paese”.
Eugenio Marino, responsabile del Pd nel mondo, raggiunto telefonicamente da ItaliaChiamaItalia commenta: “Il voto per corrispondenza ha degli elementi per cui può essere attaccato e tacciato di imperfezione. Il racconto invece che si fa sul voto all’estero è strumentale e offensivo in alcuni casi o superficiale in altri. Basta leggere le dichiarazioni di oggi del costituzionalista Pace che dice di voler impugnare il referendum se vince il Sì con il voto determinante degli italiani all’estero”.
“Ho molto rispetto di Pace – prosegue Marino a colloquio con Italiachiamaitalia.it -, ma gli basterebbe vedere la letteratura del voto estero negli anni passati, il suo svolgimento reale. Qualche irregolarità, qualche problema, ma nulla di serio e determinante per la democrazia”. Secondo l’esponente del Pd “il voto degli italiani nel mondo ha problemi che vanno risolti, certamente. Ma il numero delle irregolarità che si riscontrano oltre confine è comunque talmente esiguo da essere fisiologico”.
“È chiaro che il voto estero va migliorato e nessuno più del Pd ha fatto proposte di legge in questo senso, serie e condivise, per metterlo in sicurezza. Il problema – conclude Marino – è la visibilità di gente che non conosce questo sistema e parla senza sapere come stanno le cose, persone che più che essere contrarie al voto sono contrarie alla rappresentanza degli italiani all’estero a Roma e allora parlano di brogli e irregolarità. Tutti argomenti che vengono usati in maniera strumentale, ribadisco, col pretesto di eliminare gli italiani nel mondo dal Parlamento italiano”.
Per il Sen. Aldo Di Biagio, Area Popolare, eletto nella ripartizione estera Europa, “continuano le attenzioni e gli attacchi sul voto estero per il referendum costituzionale, in un crescendo di polemiche pretestuose e strumentali”. “Il Prof. Pace si accorge solo oggi della mancanza di segretezza nell’espressione del voto dei nostri concittadini all’estero, elemento che a suo dire consentirebbe un possibile ricorso nel caso di una vittoria del Sì.
E’ evidente che il prof. Pace si nasconde dietro la presunta mancanza di segretezza, per far intendere che il voto estero non sarebbe libero e che si presterebbe a brogli elettorali” spiega Di Biagio.
“Ciò non solo è offensivo nei confronti dei nostri connazionali e basterebbe questo. Ma ci si domanda perchè il Prof. Pace si sveglia all’improvviso a denunciare queste irregolarità?
Perchè il problema non se l’è posto in precedenza quando il voto estero era decisivo magari per assicurare la maggioranza a questo o quel Governo?”.
“Oggi – continua Di Biagio – tutti si riscoprono esperti dei meccanismi di voto nella circoscrizione estero senza in realtà sapere di cosa stanno parlando. La verità è che il fronte del No è in evidente difficoltà e a corto di argomenti seri per ricorrere a stratagemmi di basso profilo. Ciò mi fa pensare che questa riforma venga osteggiata da chi vuole difendere un coacervo di interessi stratificati che hanno tutto da guadagnare dal mantenimento dello status quo. Ma queste ulteriori dichiarazioni – conclude il senatore – sono certo spingeranno ancora più convintamente gli Italiani all’estero a votare Sì, spazzando via questo coacervo di interessi”.
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