Il governo Renzi ha ottenuto il sì del Senato sulla riforma della scuola, nonostante le forti polemiche delle ultime settimane fuori e dentro il Parlamento. Passa così un ddl che introduce molte novità: il principio dell’autonomia scolastica, improntata su piani triennali; la figura del ‘super-preside’ (ribattezzato ‘manager’ o ‘sceriffo’ dalle opposizioni) chiamato a gestire e predisporre i piani triennale e sottoposto a valutazione (sempre triennale); la previsione di materie opzionali per variare il curriculum dello studente; il piano straordinario di assunzioni, l’alternanza scuola-lavoro e altri punti tra cui quello destinato all’edilizia scolastica.
Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, dopo il voto dell’aula di Palazzo Madama spiega: “E’ stata una giornata molto intensa, con una dialettica molto forte come è giusto che sia, ma siamo molto soddisfatti che nel campo minato della scuola, su cui sono caduto governi e sui cui hanno fallito ministri, siamo riusciti a introdurre l’autonomia scolastica, un sistema di valutazione oggettiva del merito, ma soprattutto a introdurre un sistema che dia le giuste competenze a disposizione degli studenti. Naturalmente è solo un punto di partenza per un lungo percorso di dialogo".
Mentre il ministro pronuncia queste parole, i senatori lasciano Palazzo Madama passando tra i manifestanti di Mida Precari che all’uscita gridano ‘vergogna’ e ‘buffoni’ e intonano Bella Ciao e slogan inneggianti alla Resistenza.
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