"Ho vissuto questa settimana con estremo dolore. Non sono tipo da mollare nei momenti difficili, ma il mio, oltre che di sfiducia, è anche un gesto di protesta. Inoltre non potrei militare in un partito che non voterei se ci fossero delle elezioni". E’ questo l’urlo di dolore che viene dalla base e che si esprime in questi giorni in tanti modi e da tante persone iscritte al Partito democratico, anche all’estero. Come Alessandro Cassini, italiano di 36 anni, con tre figlie, medico epidemiologo che lavora per l’agenzia europea per il controllo della salute, all’estero da sei anni. Cassini in passato è stato anche presidente del Pd di Stoccolma, e ora in una lettera inviata all’attuale presidente del circolo, rinuncia al rinnovo della tessera del partito mettendo nero su bianco, la propria profonda delusione per le scelte del Pd, soprattutto in questi ultimi giorni. "Ho mandato la mia email di rinuncia – scrive nella lettera Cassini – durante le fasi finali dello spoglio che ha incoronato Napolitano presidente. Durante questa settimana di terrore ho capito quanto profondamente influiscano nel Pd l’arroganza e la paura. Questi portano ad un atteggiamento comunicativo che ad un tempo ritenevo fosse solamente incapacità, mentre adesso capisco sono consciamente e volutamente propri di una classe dirigente del Pd". Il fatto di trovare un’intesa con il Pdl, di scegliere il nome di Marini e il rifiuto di confrontarsi su Rodotà, secondo Cassini, "è stato scelto unilateralmente dalla dirigenza nonostante i mugugni più o meno espressi apertamente dei militanti, della base e dei giovani deputati".
E "quello che è successo intorno a Prodi – prosegue l’ex militante – ha dimostrato quanto una parte del partito (sospetto i famosi dalemiani) sia cinico e vigliacco. A questo punto non si tratta più di arroganza e incapacità comunicativa o di ascoltare i militanti, la base, il popolo che ti ha eletto, di non avere il polso del paese. A questo punto si tratta del tradimento delle istanze democratiche di un partito che si proponeva come tale, anche nelle azioni". Cassini accusa il Pd di essere un partito vecchio in cui "le proposte di rottamazione di Renzi non hanno avuto successo pieno e a questo punto – aggiunge – trovo sia un peccato. Allora pensavo fossero esagerate ma la vecchia dirigenza non solo non ha imparato nulla da quella stagione, si è addirittura chiusa, insensibile, sorda e arrogante". "L’Italia è un paese vecchio. Non è solo l’età anagrafica – sottolinea – è anche la testa. Un uomo come Rodotà che nonostante l’età ha dimostrato di saper ascoltare e rinnovarsi, di saper mollare la poltrona per passare a fare altro, di essere indipendente e libero, un uomo come lui è la dimostrazione che al di fuori di certi schemi, forse anche la cultura italiana può essere innovativa. Confesso che quest’ultima settimana è stata un trauma per me. Non so se nel caso di un cambiamento all’interno del Pd deciderò un giorno di votarlo di nuovo. Fatto sta che se si andasse al voto oggi, per la prima volta da quando ho diritto al voto non voterei Pd. Perciò – conclude nella lettera – ho deciso di non iscrivermi più al partito".
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