L’inizio del processo a carico di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, previsto entro i primi di settembre, rischia di slittare: potrebbe essere questa la conseguenza principale del rifiuto di recarsi in India a deporre da parte degli altri quattro fucilieri di Marina che, insieme a Girone e Latorre, si trovavano a bordo della petroliera ‘Enrica Lexie’ quando, il 15 febbraio 2012, furono uccisi due pescatori al largo della costa dello Stato sud-occidentale del Kerala, a detta degli accusati perche’ erroneamente scambiati per pirati.
I quattro sono stati citati come testimoni dalla Nia, la polizia anti-terrorismo nazionale cui sono state affidate le indagini. La settimana scorsa l’inviato speciale del governo italiano, Staffan de Mistura, reduce dall’ennesima missione a New Delhi, escluso un ritorno in India dei commilitoni di Girone e Latorre per essere interrogati. I quattro non sarebbero pronti a partire per ottemperare alla citazione. In alternativa sarebbe stata offerta o una loro deposizione in video-conferenza dall’Italia, ovvero un’escussione diretta da parte degli inquirenti indiani, ma da effettuarsi sempre in Italia. Ambedue le ipotesi sarebbero peraltro state respinte dalla Nia, e pertanto il ministero dell’Interno da cui dipende si sarebbe adesso rivolto agli esperti di quello della Giustizia e degli Affari Legislativi per ottenerne un parere consultivo sulle eventuali contromosse da adottare. L’attesa di una pronuncia da parte di quest’ultimo appare suscettibile di contribuire a far ulteriormente allungare i tempi processuali.
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