Mario Mauro torna a parlare del caso dei marò in India durante una intervista radiofonica. “Non e’ mutato nulla se non il fatto che sono passati altri giorni in cui i nostri fucilieri hanno continuato a vivere a Delhi in una condizione di non piena libertà e per questo da parte nostra va ribadito con forza che ci sia una soluzione equa e rapida del caso. Siamo vicini ai marò e alle loro famiglie", ha detto il ministro della Difesa, il quale poi ha continuato: "Nel colloquio con le autorita’ indiane, i nostri fucilieri si attengono alle regole precise dettate dal fatto di essere militari. Le risposte che forniscono alle autorita’ indiane sono in ragione del fatto che sono militari. Non c’e’ un rifiuto, non e’ un rifiuto il fatto che gli altri fucilieri di marina non si recheranno in India perche’ e’ la legge indiana che prevede altre modalita’ per rendere testimonianza in casi di questo genere". Per Mauro "la verita’ e’ che gli altri fucilieri possono essere ascoltati in Italia, oppure in videoconferenza, oppure attraverso una loro dichiarazione che poi e’ simile a quella resa dai maro’. Ricordo che nonostante si sia all’interno di un processo, che e’ quello dell’autorita’ giudiziaria indiana, l’Italia continua a sollevare un problema di giurisdizione che verra’ espiato secondo le regole del diritto internazionale".
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