Su Italiachiamaitalia.it il direttore Ricky Filosa sottolinea ancora una volta l’urgenza di cambiare il voto all’estero e sostanzialmente indica, come rimedio principale il registro degli elettori: "Chi vuole esprimere il proprio voto, lo comunichi per tempo al Consolato di riferimento, confermando i propri dati anagrafici e il proprio indirizzo di residenza, o indicandone eventualmente il cambio, in modo tale che il plico elettorale arrivi per certo a destinazione. Questo, il registro degli elettori, ovvero l’inversione dell’opzione, già di per sè garantirebbe più ordine e pulizia nelle elezioni all’estero".
E’ cosa giusta e santa tenere vivo il dibattito e fa bene Filosa a puntualizzare che stiamo discutendo a 360 gradi nell’ansia di migliorare – e quindi salvare – il voto all’estero e lo facciamo esprimendo le nostre personali opinioni senza per questo avere la volontà o la presunzione di coinvolgere partiti, movimenti o associazioni di cui facciamo parte.
Personalmente mi convince meno l’inserimento della fotocopia del documento d’identità nel plico elettorale da reinviare al Consolato. Francamente non ne vedo l’utilità. Molti elettori andrebbero a farsi fare la fotocopia alla più vicina sede del patronato. E poi? pensate davvero che i ragazzotti-scrutatori svogliati di Castelnuovo di Porto si metterebbero a controllare se, per esempio, lo stesso documento sia stato fotocopiato 10, 100 o mille volte?
Le liste blindate? Lo so che qui siamo su terreno minato. Mentre converrebbero ai partiti, potrebbero convenire meno ai movimenti indipendenti che hanno bisogno di personaggi in grado di catalizzare molte preferenze, che si trasformano automaticamente in voti di lista.
Filosa vorrebbe "una riforma più larga che punti a togliere le preferenze all’estero (collegi elettorali obiettivamente enormi) per passare a delle liste blindate, ovvero composte da candidati scelti dalle varie forze politiche, con criteri che dovrebbero essere, auspicabilmente, presenza sul territorio, nel dibattito sui media, capacità di ascolto e di proposte. Meritocrazia e preparazione, in due parole".
Sono d’accordo con lui. Il voto per corrispondenza è per ora l’unico possibile per i quattro milioni e mezzo di elettori italiani sparsi nel mondo. Le preferenze sono di per sè una buona cosa. Ma è un pò come il fiammiferi e la benzina, insieme sono pericolosi. Come una pericolosa miscela esplosiva è quella del voto postale e delle preferenze. Parliamone. E poi agiamo. Altrimenti la vedo dura con un’opinione pubblica in Italia che è stufa di sentire parlare di brogli, truffe e mercimoni.
*Coordinatore MAIE Europa
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