Francesco Storace, nell’editoriale che verrà pubblicato lunedì su Il Giornale d’Italia, affronta il tema dei marò in India: “Da otto mesi due maro’ italiani sono prigionieri in India. Da otto mesi un governo inetto non riesce a riportarli a casa. Ormai e’ chiaro: prevale una logica affaristica nell’incapacità dell’esecutivo guidato da Monti nei rapporti con il governo indiano. Se fosse accaduto agli americani o a chissà chi, non sarebbero passate neppure 24 ore: se li sarebbero ripresi senza fare tante storie. Ma questa e’ l’Italia ‘prestigiosa’ dei professori osannati nei circoli della finanza internazionale e sbeffeggiati quando sarebbe necessario mostrare un po’ di orgoglio nazionale. Ammiriamo i parenti di Girone e Latorre, partiti alla volta dell’India e ‘fiduciosi’ di riportare a casa entro Natale i loro congiunti. Natale, un’eternità. Il ministro Di Paola non si lamenti del fischi collezionati a Pisa, che davvero rappresentano il minimo sindacale per un’inerzia tanto unica quanto rara”.
Ricordando l’impegno del giornale per i due marò, il segretario de La Destra prosegue: “I fischi sono un grido di dolore di tutti noi. Adesso aspettiamo l’8 novembre, quando, se ci saranno risparmiati nuovi e insopportabili rinvii, la solita Corte Suprema indiana si dovrebbe fialmente pronunciare sui ricorsi presentati dall’Italia in merito sia all’incostituzionalità dell’operato del governo del Kerala sia alla giurisdizione sull’incidente, che in base alle leggi internazionali deve essere italiana. Senza alcun dubbio. L’8 novembre non deve vedere scorrere la mezzanotte senza aver ottenuto la liberazione e il rientro di Latorre e Girone”.
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