Conclusa la prima assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, che si è tenuta questa settimana alla Farnesina. Una plenaria, la prima del 2014, che rischiava anche di essere l’ultima dell’anno. Ma alla fine un ordine del giorno firmato da 52 consiglieri del CGIE e approvato a maggioranza, prevede che la plenaria torni a riunirsi a Roma, al posto della seconda convocazione delle commissioni continentali, qualora le elezioni per il rinnovo di Comites e CGIE non venissero indette in tempo utile per svolgersi, come previsto dalla legge, entro il 31 dicembre 2014..
Le elezioni di Comites e CGIE ci saranno davvero? Sono diversi i membri del Consiglio Generale ad essere scettici. “Non credo che si voterà davvero, alla fine”, dice un consigliere a ItaliaChiamaItalia: “quando si dovrebbe votare? Siamo a giugno, ormai è estate, ad agosto in Italia chiude tutto… Settembre vola in un attimo. Ci deve essere il tempo per indire le elezioni, no? Per organizzarsi… Mica si possono fare da un giorno all’altro!”. E allora? “Allora, se si faranno – ragiona – sarà a fine ottobre, novembre… Altrimenti slitta tutto al 2015”. Vedremo.
Intanto durante l’ultima giornata di plenaria si è parlato anche del ruolo e del futuro degli eletti oltre confine. Cancellare la circoscrizione estero? Se n’è parlato molto negli ultimi tempi. Il consigliere Gian Luigi Ferretti spiega: “Non troverei così grave se il legislatore decidesse che il voto degli italiani all’estero confluisse in quelle delle circoscrizioni italiane. Ben venga così piuttosto che avere i ‘nostri’ parlamentari eletti all’estero come fossero chiusi in una riserva indiana".
Nel corso del dibattito sulle riforme della rappresentanza degli italiani all’estero, durante la plenaria, è intervenuta anche Silvana Mangione: “La presenza dei rappresentanti degli italiani all’estero deve essere mantenuta sia all’interno del Senato delle autonomie, nel quale i senatori espressi dal mondo degli italiani all’estero costituirebbero i rappresentanti della ventunesima regione, per garantire che rimanga saldo il rapporto fra le comunità e i territori d’origine anche in Italia, sia alla Camera dei Deputati, perché gli italiani all’estero devono poter partecipare all’elezione del presidente della Repubblica e votare la fiducia al governo, perché le loro azioni hanno ricadute dirette, e non sempre positive, anche sui cittadini che vivono fuori dall’Italia".
In ogni caso, il sottosegretario agli Esteri Giro ci ha tenuto a sottolineare che “la circoscrizione estero non sarà cancellata”. “Anche io – ha detto – sono dell’idea che i livelli di rappresentanza debbano rimanere tre, poi nelle forme andremo a vedere”. Per ciò che riguarda il voto degli italiani nel mondo, “stiamo pensando a modifiche come quello dell’inversione della preferenza". Sarebbe anche ora.
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