"Le immagini dell’invasione, della marea di persone che ci sta sommergendo, sventolate quotidianamente nel dibattito politico e giornalistico, sono enfatizzazioni fuori misura. L’accoglienza dei migranti presenta criticità, ma come si fa a rappresentarla come un fenomeno ingovernabile, quando al momento i profughi in Italia sono 80mila? Se li suddividiamo per 60 milioni di abitanti, fa in media uno ogni 750 cittadini. Numeri da emergenza nazionale? Direi di no". Lo afferma il presidente dell’Anci, e sindaco di Torino, Piero Fassino, in una intervista ad Avvenire, all’uscita dall’incontro col presidente del Consiglio e i governatori di Regione.
"Non nego che esista un allarme nell’opinione pubblica. Ma sa da cosa è innescato? Da cosa? Dal fatto che gli 80mila migranti presenti, anziché essere distribuiti in tutta Italia, siano concentrati solo nelle grandi città e in un centinaio di comuni intermedi. Ciò aumenta le criticità. Bisogna arrivare a dimensioni governabili. Il punto focale, sul quale ho insistito nell’incontro a Palazzo Chigi, è la redistribuzione in piccoli nuclei".
Dell’atteggiamento dei governatori di centrodestra dice: "A Palazzo Chigi, erano le sole voci contrarie al piano. Non mi pare sensato. Di fronte a problemi del genere, l’unico atteggiamento di buonsenso è la responsabilità". E conclude: "Il regolamento di Dublino, che impone ai richiedenti asilo di permanere nel Paese di primo approdo, va cambiato: in base ad esso, Stati come l’Austria che non hanno frontiere Ue esterne, ne affacci sul mare, non accoglierebbero profughi. Ma l’Europa, per parafrasare il Metternich, non è solo un’espressione geografica, è un’Unione politica ed economica. Un’Europa adulta non può trincerarsi dietro la geografia, nè temere la solidarietà".
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