La scorsa settimana sostenevo – convintamente – che in Italia esiste una lobby dei gay che non si è ramificata solo nel campo del cinema o dello spettacolo, ma – per esempio – anche nell’informazione. Lo conferma l’approccio di molti giornali alle recenti discussioni sulla proposta di legge Cirinnà.
Guardate come lo stesso Corriere della Sera ha passato in questi giorni le notizie e le foto delle diverse manifestazioni: per quella dei diritti gay a Milano (dove al massimo c’erano 10.000 persone) foto di metà pagina presa con il grandangolo per fare apparire la folla ancora più imponente mentre non è passata NESSUNA foto d’insieme della manifestazione del Family Day a Roma, dove l’afflusso era infinitamente maggiore; anzi, l’unico scorcio proposto del Circo Massimo era di un prato mezzo vuoto.
Naturalmente il “servizio pubblico” della RAI non ha degnato di una “diretta” il Family Day ed è anche da queste cose che si intuisce un “taglio” giornalistico preferito. Ma la cosa più assurda – e secondo me vergognosa – è che il PD su questo argomento lasci ai suoi parlamentari “Libertà di voto di coscienza limitato”.
Il voto di coscienza o è libero o non lo è: solo Renzi è stato capace di usare una formula per i suoi che neppure i bizantinismi di Andreotti o di Moro erano riuscito ad escogitare. In realtà è una pura e semplice ipocrisia. Si abbia almeno il coraggio di chiamare le cose per quello che sono.
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