Il filosofo Massimo Cacciari è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulle consultazioni. “E’ una situazione che ha dell’incredibile –ha affermato Cacciari-. Bisognerebbe che anche le forze politiche lo riconoscessero e spiegassero alla gente dove stanno le difficoltà. Che discutano dei programmi e delle differenze dopo un anno e mezzo che stanno insieme ha dell’incredibile. Detto questo, tutto è molto spiegabile. C’è una forza politica, quella di Renzi, che aveva l’obiettivo preciso di far fuori Conte. I motivi sono di concorrenzialità politica, ma in una fase di questo genere, con l’epidemia ancora in corso, con le scadenze drammatiche che dobbiamo affrontare, la competizione politica, nel senso estremo del termine, poteva anche passare in secondo piano. La questione è che si finirà come? Renzi non mi pare riesca a far fuori Conte, Conte non riesce a far fuori Renzi, quindi è probabile che si finisca come si è partiti, senza peraltro decidere nulla. Anche sul Mes non si giungerà a nessun risultato, comunque vada a finire la crisi. Qui si tratta di resti di partiti che cercano un proprio straccetto di identità senza riuscirci. Speravo che Zingaretti mettesse mano a questa situazione, ma è stato travolto dalla crisi dell’estate del 2019 e poi dal covid. Forse l’intenzione buona l’aveva, ma non è riuscito a realizzare assolutamente nulla”.
Sull’ipotesi elezioni. “Forse le elezioni sarebbero la soluzione più giusta, ma in una situazione del genere Mattarella non scioglierà mai le camere. Se non riusciranno a fare il governo, Mattarella farà come Napolitano nel 2011, prenderà Draghi e lo costringerà a fare il Presidente del Consiglio. Draghi può venire soltanto se siamo sull’orlo del baratro. Per questo io spero nel Conte ter perché è la soluzione meno peggio. Questo è un governo che è stato aggrappato al covid, altrimenti sarebbero andati a casa un anno fa.
Quando finirà il blocco dei licenziamenti e l’Inps dichiarerà che non può sostenere ancora un aggravio di cig del genere, è evidente che a quel punto le tensioni sociali esploderanno. L’antipolitica e il populismo che abbiamo conosciuto si ripresenterebbero molto più organizzati e più rafforzati. Da questa crisi penso che si esca 1-1 palla al centro e si riprende tale e quale dal punto in cui avevamo cessato, questa mi pare l’ipotesi più credibile. Se non è così, vuol dire costringere Mattarella ad un’operazione come quella di Napolitano nel 2011”.