La crisi economica non molla, e diversi settori sono in crisi. Per esempio, quello della ristorazione. Sono sempre più, infatti, i ristoranti che chiudono. E così più che di crisi economica, qui ora c’è in ballo la crisi di nervi: le grandi associazioni di categoria, cuochi, barman, ristoratori, alberghi, dove sono, cosa fanno? Le altre categorie con molti meno iscritti sono scese in piazza e il governo quanto meno ha cercato di arginare i danni, mentre le nostre associazioni non fanno nulla. Mi chiedo per quale santa ragione un ristoratore, un cuoco, deve pagare la tessera? A cosa serve l’associazione pinco pallino, se poi è incapace di difendere i diritti dei consociati?
La crisi c’è ed è evidente e nessuno lo mette in dubbio, quello che metto in dubbio è la capacità di un settore, il nostro è il più grande, quello delle associazioni; non è poi così difficile chiudere per un giorno le cucine, pensate che anche gli stabilimenti balneari di recente hanno incrociato le braccia mentre noi zitti e muti si lavora.
Invito le associazioni a prendere seri provvedimenti volti a chiedere un tavolo di confronto con il governo e mettere sul tavolo della trattativa punti cardini volti alla ripresa del settore e soprattutto agevolazioni fiscali per quelle aziende piccole e medie che sono più in difficoltà: invece di dare soldi alle banche, che li diano ai ristoratori e alberghi.
Finiamola con questa ipocrisia da quattro soldi, qui c’è in gioco il lavoro e l’economia di tante famiglie. Associazioni svegliatevi e datevi una mossa, se non ne siete capaci di mettere il governo in uno stato di agitazione allora non vedo il vero motivo perché voi dobbiate continuare ad esercitare: organizzare convegni non porta a nulla, organizzate scioperi. Siate seri, almeno tentateci!
Discussione su questo articolo