Drenano i liquidi in eccesso, potenziano i muscoli, aumentano la resistenza fisica, tutto in una o piu’ compresse. Sono le promesse, non sempre mantenute, degli integratori, disponibili ovunque, dai supermercati, ai negozi specializzati, al gran bazar di Internet. Ma ancora una volta sono sotto accusa per un allarme rimbalzato da un capo all’altro dell’oceano, dagli Stati Uniti, all’Europa.
Lo scorso anno il Dipartimento della Difesa americano aveva rimosso tutti i prodotti contenenti dimetilamilamina (dmaa equivalente alla metilesanamima, inserita nella lista delle sostanze dopanti della Wada, ndr) dai negozi delle basi militari dopo la morte di due soldati di 22 e 32 anni che hanno avuto un infarto mentre facevano esercizi fisici. La dimetilamilamina e’ un derivato dell’olio di geranio e serve per aumentare le prestazioni fisiche.
Un altro allarme era arrivato da un gruppo di ricercatori di Milano e di Wageningen, nei Paesi Bassi. In uno studio pubblicato su Food and Nutrition Sciences avevano riscontrato in alcuni integratori vegetali la presenza di alchilbenzene, gia’ vietata nell’Unione Europea come aromatizzante per gli alimenti.
In una parte di questi prodotti, a base di basilico, finocchio, noce moscata, sassofrasso, cannella, calamo o i loro oli essenziali, la quantita’ di alchibenzene era paragonabile a quella che, nelle sperimentazioni cliniche sugli animali, fa aumentare i casi di cancro al fegato.
Gli integratori, per essere commercializzati non devono passare tutti i controlli previsti per i farmaci ed e’ questo il nodo della questione. Il sistema regolatorio ha maglie troppo larghe all’interno delle quali possono infiltrarsi aziende che vendono prodotti privi dei controlli di tossicita’.
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