Grande attesa sotto la Mole per martedì sera al Teatro Regio, dove si apre la stagione lirica e verrà messa in scena la Messa di Requiem di Verdi, sotto la sapiente direzione di Gianandrea Noseda con un cast di tutto rispetto. Tra i protagonisti c’è lei: la formidabile Daniela Barcellona, mezzosoprano che dall’Europa al Giappone, passando per gli States e approdando in Sud America, porta con vanto e onore un pezzo d’Italia in giro per il mondo.
Scoperta anni or sono dal famoso direttore d’orchestra Gianluigi Gelmetti, la mezzosoprano triestina, dopo anni in cui ha collezionato un successo dopo l’altro, nelle prossime ore allieterà i presenti al Regio dove ci sarà anche ItaliaChiamaItalia, che poi racconterà la serata. Daniela con la sua classe e simpatia è protagonista sul nostro quotidiano online per parlarci di Verdi, del Met e di sè.
Daniela, hai cantato spesso con il Regio di Torino: come ti sei trovata, tu che ti sei esibita in tutti i teatri più importanti del mondo?
“Ho fatto con il Regio tantissime produzioni di successo e sono amica di tutti, dalla dirigenza alle maestranze. Appena possiamo organizziamo una cena o andiamo a prendere un caffè tra una pausa e l’altra. E’ come essere in famiglia e con tutti loro sono a mio agio. In quel teatro ci sono dei valori eccelsi e ben chiari: serietà, puntualità, cortesia, massima cura nella sartoria, nel trucco e parrucco. Tutto lì funziona in una semplice perfezione. Il Regio è un fiore all’occhiello in Italia e motivo di vanto nel mondo”.
Martedì sera la Premiére della Messa di Requiem di Verdi, scritta dal compositore in occasione della morte di Alessandro Mazoni: quale la tua opinione su questi due grandi uomini di fine ‘800?
“La Messa di Requiem è una preghiera forte dove ad un certo punto Verdi sembra essere adirato con Dio per poi chiedergli perdono. E’ un mix tra il sacro e il profano, tra i toni agguerriti per poi dar sfogo a quelli più quieti. Verdi e Manzoni sono due grandissimi uomini che l’Italia ha avuto la fortuna di avere. Il primo è uno dei compositori, se non l’unico, più rappresentato sul pianeta e quando in cartellone c’è Verdi i teatri di ogni angolo del mondo registrano il tutto esaurito. Di Alessandro Manzoni che dire? Scrittore eccelso e massimo esponente della letteratura italiana. Chi non conosce i Promessi Sposi? Un capolavoro geniale! Un grande a cui l’Italia ha avuto l’onore di dare i natali”.
Le Opere di Verdi sono complicate per tecnica vocale e forse è opportuno interpretare tali ruoli quando si ha più esperienza. Qual è il tuo parere in merito, Daniela?
“Concordo! I ruoli verdiani hanno una tecnica vocale notevole che bisogna affrontare in età matura, altrimenti rischi di bruciare le tua carriera. Verdi è spesso definito un verista che in realtà non è, bensì è di fine ‘800. Quelli cosiddetti ‘veristi’ tra Ottocento e Novecento sono Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Giordano e Cilea, che tendenzialmente preferivano fatti realmente accaduti o comunque rappresentati con senso realistico. La ricerca di una realtà più umana e interiorizzata, l’approfondimento dello studio psicologico dei personaggi e delle situazioni di una vicenda letteraria (il cui massimo protagonista era stato in letteratura il Manzoni), viene raccolta in campo musicale da quattro grandissimi compositori: Rossini, Bellini, Donizetti e soprattutto Verdi, che supereranno decisamente l’opera seria e buffa settecentesca”.
Tu sei stata spesso protagonista indiscussa al prestigioso Met di New York. Che cosa manca a questo teatro?
“Al Met si delinea una visione anglosassone e manca la cultura italiana con l’esecuzione di cantanti dello Stivale. Ossia quando mettono in scena un cast americano o quando mettono in scena un cast con italiani si sente e si vede la differenza. Noi italiani eccelliamo per tecnica, calore nell’interpretazione del Belcanto. Per tutto il resto il Met è un gran teatro! Tutti sanno cosa fare pur essendo molti e gli spazi immensi, il lavoro si svolge in una precisione svizzera. Non si fa una prova di regia, cosa mai vista, poiché sono talmente perfetti che non si rende necessaria. Ritengo che a ognuno il suo: lasciamo agli americani il primato del musical, dove non hanno eguali e a noi italiani quello della lirica dove siamo i migliori al mondo”.
Daniela, sei una grande e indiscussa artista che colleziona successi nel mondo. Senza dubbio numerose soddisfazioni per essere una star della lirica, ma quante sono le rinunce che hai dovuto fare?
“La più grande di tutte è stata quella di rinunciare alla maternità. Per il mio modo di vedere i figli se si fanno si crescono e non si danno a nonni e tate. Per il resto ho la fortuna di avere un marito maestro di canto quindi che mi segue ovunque. Ci siamo poi presi un cagnolino e un gatto che sono sempre in giro con me e mi seguono ovunque”.
Quali passioni coltiva una stella della lirica internazionale quando non lavora?
“Cucino! Mi piace tantissimo e lo trovo molto rilassante. Inoltre invito parenti e amici con i quali trascorro tutto il tempo possibile quando sono a casa”.
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