Il governo frena sulle modifiche alla recente riforma del mercato del lavoro sulle quali si e’ accordata la maggioranza, con alcuni emendamenti al decreto sviluppo. Oggi il ministro del Lavoro Elsa Fornero e quello per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda in un incontro con gli esponenti della maggioranza hanno tirato il freno a mano sulle loro richieste, alcune delle quali pesano sui conti pubblici.
A complicare la partita potrebbe essere il fatto che su tali emendamenti, come su molti delle 1.901 proposte di modifica al decreto sviluppo, cada la mannaia dell’inammissibilita’ per estraneita’ di materia, il cui responso e’ atteso domani.
L’incontro tra il governo e la maggioranza, che lunedi’ aveva depositato i propri emendamenti, e’ avvenuto casualmente al termine della presentazione dei dati Inail 2011 a Montecitorio.
Intorno al tavolo, oltre ai ministri Fornero e Giarda, anche i relatori al ddl lavoro alla Camera e al Senato, Giuliano Cazzola (Pdl) e Tiziano Treu (Pd), e Silvano Moffa (Cn) presidente della commissione Lavoro di Montecitorio. I problemi sollevati dal governo riguardano innanzi tutto il costo di certi emendamenti, come il mantenimento delle aliquote per le partite Iva al 27% (elevate al 33% dal ddl lavoro), e come il rinvio dell’entrata in vigore dell’Aspi, il nuovo ammortizzatore sociale che sostituisce la cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga). Poi, sempre per l’Aspi, c’e’ un problema politico perche’ questo ammortizzatore tutela una platea piu’ ampia di lavoratori, rispetto alla Cig che protegge soprattutto i dipendenti della grande industria. Fornero ha sottolineato che proprio oggi l’Fmi e l’Ocse hanno promosso la riforma del mercato del lavoro invitando ad implementarla, mentre certi emendamenti vanno nel senso opposto.
Cesare Damiano (Pd) ha successivamente incontrato il ministro Fornero, sottolineando che sulle modifiche al ddl lavoro c’e’ stato l’impegno del premier Monti, e che ‘il pacchetto degli emendamenti non e’ una mela, non si puo’ dividere’. Quindi se si modifica la flessibilita’ in entrata, come chiede il Pdl, va toccata quella sugli ammortizzatori. Sul rinvio dell’Aspi poi neanche tutto il Pd e’ d’accordo.
Ma il problema potrebbe essere risolto, o peggiorato, dalla decisione dei presidenti delle commissioni Attivita’ produttive e Finanze della Camera, che votano il decreto sviluppo da domani. Essi potrebbero inserire gli emendamenti sul lavoro tra quelli inammissibili perche’ estranei alla materia. Al momento c’e’ un forte pressing della maggioranza specie sulla presidente della Attivita’ produttive, la leghista Manuela Dal Lago, in passato inflessibile su questo punto.
Se le modifiche al ddl lavoro saranno domani dichiarate inammissibili rispetto al decreto sviluppo, potrebbero essere presentate, riferisce Cazzola, al decreto sulla spending review in Senato, dove i criteri di ammissibilita’ sono piu’ larghi.
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