Cristina e Mauricio uniti contro Cristoforo, “Cristina y Mauricio unidos por Cristobal”: questo, su per giù, il titolo di un articolo di lunedì scorso di Carlos Pagni su “La Nación”, in riferimento all’accordo raggiunto tra governo nazionale e governo della Città autonoma di Buenos Aires per una nuova distribuzione dei diritti sui casinò e altri giochi d’azzardo, che prevede, tra l’altro, esenzioni fiscali e il condono di due miliardi di pesos di imposte arretrate. Artefice dell’accordo, spiegava Pagni nel suo articolo, sarebbe stato Cristobal Lopez, zar del gioco e imprenditore anche in altri settori (petrolio, media, agroalimentari, costruzioni) che sarebbe socio d’affari del governo, secondo denunce giornalistiche. Nello stesso articolo si traccia il quadro di quelli che sarebbero i personaggi e gli interessi che accomunano i due governi.
Molto più prosaicamente potremmo utilizzare lo stesso titolo proposto dal giornalista di "La Nacion" per parlare dell’accordo per portare via da piazza Colon, il monumento donato dalla collettività italiana un secolo fa. "Il monumento è diventato moneta di scambio", ha detto lunedì sera l’avv. Humberto Savoia, patrocinante del Circolo Italiano di Buenos Aires, nel reclamare davanti ai giudici che il monumento resti al suo posto.
Infatti, nel crescendo di accordi e di buoni rapporti tra le due amministrazioni, anche sul trasloco del monumento a Cristoforo Colombo é stata trovata un’intesa. Colombo sarà “sfrattato”, ma il monumento invece di essere inviato a Mar del Plata, come aveva annunciato il Governo nazionale, sará sistemato in un altro spazio pubblico nella Città di Buenos Aires, probabilmente nella zona dell’aeroporto Jorge Newbery. Su questo aspetto il capo del Gabinetto di Macri, Horacio Rodriguez Larreta, spiegherà la proposta del governo cittadino.
Come si ricorderà a fine giugno era stato presentato un disegno di legge per denunciare l’accordo tra la Casa Rosada e la Città di Buenos Aires che aveva concesso alla Presidenza la disponibilità della piazza per la gestione della sicurezza, ma con l’impegno di lasciare l’accesso libero al pubblico, ad eccezione di momenti particolarmente sensibili, appunto, per la sicurezza. Come é noto la piazza dal 2006 é stata chiusa e poi circondata da una imponente cancellata. L’accesso fu vietato e il monumento a Colombo, il "nostro" monumento, è rimasto dentro e inaccessibile. Poi, se è vero l’aneddoto che racconta che Chavez durante una sua visita a Buenos Aires rimproveró Cristina per non aver tolto il monumento che il "Comandante" definì "a quel genocida", venne fuori l’intenzione di toglierlo e per addolcire la mossa, fu spiegato che lo avrebbero mandato a Mar del Plata, per collocarlo in un posto più visibile. Ma quell’ultimo giorno di giugno il progetto che avrebbe consentito alla Cittá di reclamare la restituzione della piazza e del monumento, non vide la luce nell’aula della Legislatura che, invece, approvó il bilancio preventivo della cittá, insieme ad un poco impegnativo progetto per dichiarare il monumento patrimonio storico della Cittá. Progetto che alla fine é stato approvato il mese scorso.
A rigor del vero, va detto che il Capo del Governo della Cittá non si é mai impegnato a mantenere il monumento in Piazza Colombo, mentre invece assicurava in ogni occasione che il monumento sarebbe rimasto. Con l’accordo tra la Nazione e la Cittá anche la nostra memoria, aggiungiamo noi, é diventata moneta di scambio.
Alcuni dirigenti della nostra comunitá guarderanno il bicchiere mezzo pieno, soddisfatti perché, comunque, il monumento resta nella Capitale. Altri constateranno che é stato fatto un torto alla nostra collettivitá, alla memoria degli emigrati italiani che donarono il monumento e della cui memoria dovremmo essere fedeli custodi. Che siamo stati discriminati perché il dono dei nostri nonni e genitori non é stato ritenuto degno di occupare il posto nel quale si trova fin dalla sua inaugurazione.
Cristina e Mauricio si sono uniti contro Cristoforo. Ad alcuni non piacerá questo titolo, ma rispecchia chiaramente la situazione del povero Colombo che in fondo rappresenta la nostra comunitá: altri decidono per lui e per noi.
ItaliaChiamaItalia, il TUO quotidiano online preferito. Dedicato in particolare a tutti gli italiani residenti all'estero. Tutti i diritti sono riservati. Quotidiano online indipendente registrato al Tribunale di Civitavecchia, Sezione Stampa e Informazione. Reg. No. 12/07, Iscrizione al R.O.C No. 200 26
Discussione su questo articolo