Guglielmo Epifani, intervistato da Repubblica, è convinto che per l’Italia serva “un governo più forte, più solido”. Questo, spiega il segretario nazionale del Partito Democratico, non vuol dire che premier e maggioranza debbano cambiare, ma occorre in ogni caso “un profilo piu’ autorevole”. Epifani dunque ribadisce la necessita’ di sostenere le larghe intese nonostante la “gravita’ enorme del caso Shalabayeva”, e a prescindere dalla vicenda Alfano, che tuttavia “si doveva dimettere”, sottolinea Epifani, anche se la crisi andava evitata.
“Andiamo incontro a un autunno difficilissimo, il peggiore della nostra storia. Se l’esecutivo supera indenne la sentenza della Cassazione su Berlusconi, ha davanti un orizzonte lungo e meno agitato, alcuni mesi di lavoro vero. Ha bisogno di maggiore forza, di un profilo nuovo nel suo complesso”. Epifani non parla di rimpasto, ma di ministri da rinnovare: “Non ne faccio un problema di nomi, l’importante e’ un rafforzamento dell’esecutivo”.
Tornando sulla vicenda kazaka, “sfiduciare Alfano – ragiona ancora il leader democratico – voleva dire far cadere il governo" visto che il ministro dell’Interno "è anche segretario del Pdl". Dunque "non c’era alternativa al voto di ieri" in Senato contro le mozioni di sfiducia di Sel e M5S, nonostante "abbiamo perso la faccia due volte: per la ferita alla sovranità nazionale e per la terribile figuraccia internazionale". Epifani non sottovaluta i malumori nel Pd ma dice: "Capisco e rispetto il sentimento dei nostri parlamentari, a volte sembriamo una caserma, dove però ci sono soldati sempre in divisa e altri sempre in libera uscita".
































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