Tempi dimezzati per l’iter del ricorso promosso dal Capo dello Stato nei confronti della Procura di Palermo, che intanto fa sapere che si costituirà in giudizio non appena arriverà la notifica dell’atto. Calendario alla mano, ci sono tecnicamente tutti i margini per passare alla trattazione nel merito già entro novembre, dopo che ieri è arrivato il via libera all’ammissibilità dalla Corte Costituzionale.
La Consulta è chiamata a dirimere un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato sollevato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo che sono state intercettate alcune sue conversazioni telefoniche con l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, la cui utenza era sotto controllo su disposizione dei magistrati palermitani che indagano sulla presunta trattativa Stato-mafia. La Corte dovrà stabilire se sia valida l’impostazione sempre sostenuta dai magistrati, secondo cui, sulla base del codice di procedura penale, solo un gip poteva ordinare la distruzione di quelle registrazioni, o se invece quelle intercettazioni andassero distrutte, come ritiene il Quirinale appellandosi all’articolo 90 della Costituzione sulle tutele presidenziali. O, ancora, se possa esservi un vuoto normativo per quanto riguarda possibili intercettazioni del Capo dello Stato e, in particolare, sulle intercettazioni indirette, ossia effettuate casualmente durante controlli che riguardano altri soggetti, come è avvenuto in questo caso.
Oggi è stata depositata l’ordinanza con cui la Corte Costituzionale, riunitasi ieri in Camera di Consiglio, ha ammesso il conflitto e quindi il ricorso, e ha fissato alcuni termini, che per disposizione dello stesso presidente della Corte, Alfonso Quaranta, sono "termini ridotti": il Quirinale ha massimo 30 giorni per notificare l’atto alla Procura di Palermo e a notifica avvenuta dovrà entro 15 giorni depositare il ricorso, con la prova dell’avvenuta notifica, nella cancelleria della Consulta. In entrambi i casi, le scadenze temporali sono sostanzialmente la metà di quelle utilizzate di prassi. E’ stata quindi accolta la richiesta di trattazione urgente posta dall’Avvocatura dello Stato che rappresenta Napolitano.
Vanno considerati anche i tempi che la Procura di Palermo ha a sua disposizione per costituirsi in giudizio: qui la Corte non ha stabilito nulla, ma le norme che regolano i giudizi di fronte alla Corte Costituzionale danno 20 giorni di tempo. Da Palermo i magistrati fanno sapere che "appena arriverà la notifica del ricorso del Quirinale" nomineranno propri avvocati: "Ci costituiremo nel procedimento per conflitto di attribuzione, potendo cosí esporre le nostre ragioni al vaglio della Corte costituzionale", ha dichiarato il sostituto Francesco Del Bene, uno dei Pm palermitani che si occupano dell’inchiesta sulla trattativa.
Discussione su questo articolo