L’on. Fucsia Nissoli ha un nome originale e anche una carriera molto originale. Se è vero che “nome omen”, ossia che "il nome è un presagio" come dicono i latini, forse il curioso nickname scelto dall’on. Nissoli dovrebbe suggerirci qualcosa sulla sua persona e sulla sua attività di parlamentare: un nome tanto originale deve corrispondere ad una persona altrettanto originale. E infatti c’è poco di ordinario nella carriera politica di questa deputata eletta nel 2013, come rappresentante degli italiani all’estero, nella ripartizione Nord e Centro America.
Il suo esordio parlamentare è stato a dir poco bizzarro: eletta in quota MAIE in Nord America, Fucsia entra in Parlamento tradendo i suoi mentori e sostenitori e invece di aderire alla componente MAIE, come era nelle premesse della sua candidatura (proposta e sostenuta dal MAIE) si iscrive al Gruppo parlamentare Scelta Civica per l’Italia (appellandosi ad un senso di lealtà nei confronti della lista Monti in cui era stata inserita dal MAIE ).
All’indomani di quelle elezioni, in un intervento pubblicato su a ItaliaChiamaItalia, Augusto Sorriso, coordinatore del MAIE negli Usa e oggi consigliere del Comites di New York, aveva fatto una previsione che si è rivelata profetica: “Fucsia non credo che il tuo peregrinare sia finito qui”. Infatti, dopo un paio di settimane – forse per un rigurgito di coscienza – l’on. Nissoli aderisce alla componente MAIE (Misto): ma ci resta solo per due giorni, per rientrare immediatamente nei ranghi “governativi” il 10 aprile aderendo alla formazione politica di Monti.
A dicembre 2013, solo 8 mesi dopo il salto della quaglia, questa originale parlamentare viene folgorata da una nuova visione politica: lascia Monti (tradimento numero due in meno di un anno) e aderisce al nuovo gruppo Per l’Italia, da dove continua a lavorare a favore degli italiani all’estero (?). Ma la sua originalità non smette di stupirci.
Veniamo ad oggi. Il Governo attuale, che la signora Nissoli sostiene ogni volta che si vota la fiducia, non si è distinto per una particolare attenzione per gli italiani all’estero. Anzi, è il peggiore governo della storia della Repubblica Italiana per quanto riguarda la politica per gli italiani nel mondo. Ma questo Governo Renzi – a causa dell’emergenza immigrazione in Italia – ha finalmente deciso di riformare la legge sulla cittadinanza (n. 91/1992) – anche se in favore di un più accessibile ius soli e di un novello ius culturae. Di fatto, però, ha aperto la possibilità per gli eletti all’estero di inserire nel testo della nuova legge anche i temi dello ius sanguinis più sensibili ai nostri connazionali residenti all’estero: riacquisto della cittadinanza a chi l’ha persa per motivi di lavoro o matrimonio, possibilità per le donne di trasmettere la cittadinanza ai figli nati anche prima del 1948, da matrimoni misti; riconoscimento della cittadinanza a coloro i quali rientrano nei requisiti della legge 379/2000 (già residenti nei territori ex austroungarici e loro discendenti).
Alcuni eletti all’estero hanno colto questa opportunità e hanno riproposto, sotto forma di emendamenti al nuovo testo, quanto presentato precedentemente come proposte di legge, sperando che “fosse la volta buona” e che fossero tutti accolti nella globale riforma della legge sulla cittadinanza. I parlamentari eletti all’estero filo-governativi più navigati, per evitare una brutta figura, hanno preferito non votare affatto, piuttosto che tradire i propri elettori. E l’on. Fucsia Nissoli?
Beh, lei fedele alla consegna renziana, è stata “più reale del re” e non solo ha ritirato il proprio emendamento, ma addirittura ha votato contro l’emendamento che avrebbe consentito alle donne di trasmettere la cittadinanza ai figli, anche a quelli nati prima del 1948! Ci chiediamo oggi come possa l’on. Nissoli venire a farci lezioni di lealtà! Dovrebbe vergognarsi, cara onorevole Fucsia! Lei dovrebbe diventare l’on. “Rossa” Nissoli, rossa sì… di vergogna!
*consigliere del Comites di Panama
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