Altro passo avanti per la normalizzazione dei Balcani nel segno dell’Ue. Dopo la Croazia che entrera’ a luglio, c’e’ il premio di una speranza europea per Serbia e Kosovo in seguito allo ‘storico accordo’ raggiunto venerdi’ scorso tra Belgrado e Pristina a conclusione dell’estenuante trattativa voluta dal capo della diplomazia europea Catherine Ashton.
Poche ore dopo l’approvazione a larga maggioranza del parlamento di Pristina dell’accordo siglato dai premier Thaci e Dacic, a Belgrado il governo dava il suo via libera per un passo analogo. Ed oggi la Commissione europea ha presentato alle ministeriali affari generali ed esteri, riunite a Lussemburgo, i rapporti che raccomandano l’apertura del negoziato per l’adesione della Serbia e per l’accordo di associazione per il Kosovo. Un passo che per lady Ashton ‘segna una rottura decisiva col passato’ e che per Stefan Fuele ‘e’ una buona notizia per i due popoli e per l’intera regione’. Il commissario europeo per l’allargamento sara’ in missione a Belgrado gia’ venerdi’ prossimo. Forte la soddisfazione italiana, con la viceministro degli esteri Marta Dassu’ che ha definito l’accordo ‘un successo della diplomazia europea e italiana’. Ed il ministro per gli affari europei, Enzo Moavero, ha segnalato che attorno al tavolo dei 27 la proposta della Commissione e’ stata accolta ‘con soddisfazione generale’.
Quando e se il negoziato per l’ingresso della Serbia (che durera’ anni: la Croazia che entrera’ a luglio ce ne ha messi otto) sara’ il Consiglio europeo del 27 giugno a deciderlo. In questi oltre due mesi in cui, riferiscono fonti europee, sara’ monitorata la messa in atto sul campo. Una attuazione che ‘tutti sanno non sara’ facile’, come riconosce Dassu’ sottolineando che le raccomandazioni dell’esecutivo di Bruxelles indicano per Serbia e Kosovo ‘canali separati e diversi gradi di vicinanza all’Europa, ma comunque un percorso verso l’Europa’. La prova di quanto sara’ difficile l’attuazione dell’accordo l’hanno data gia’ oggi i serbi del Kosovo e la Chiesa ortodossa di Belgrado. In oltre diecimila hanno manifestato a Kosovska Mitrovica contro l’accordo concluso dalla dirigenza di Belgrado con Pristina, sostenendo che tale documento e’ illegittimo poiche’ non difende gli interessi della popolazione serba, e pone i serbi sotto la sovranita’ del ‘falso stato del Kosovo’. E l’accordo siglato da Ivica Dacidc e Hashim Thaci e’ stato anche duramente criticato dalla chiesa ortodossa serba, con un comunicato in cui si sottolinea che il riconoscimento del Kosovo sara’ ‘il prezzo di una eventuale adesione della Serbia alla Ue’ e si afferma che Dacic ha firmato l’accordo con ‘un individuo (il premier kosovaro Thaci, ndr) ricercato dall’Interpol’. Finendo per chiedere esplicitamente al presidente e al parlamento serbi di ‘riconsiderare la loro responsabilita’ storica e morale dinanzi a Dio, alla storia della Serbia e alla loro coscienza personale’ nel decidere di dare o meno il proprio assenso a tale accordo.
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