Mi difendo da questa Italia arrugginita, da questo Paese in cui la parola meritocrazia per molti è una bestemmia, da uno Stivale che prende a calci i giovani e non solo, pensando di essere soltanto un turista nel Bel Paese. Pensando che in fondo casa mia è lontana, dall’altra parte dell’oceano, dove con fantasia, intelligenza e passione si può arrivare dove si vuole. Dovrebbe essere così anche nella Penisola, eppure la nostra burocrazia e una classe dirigente irresponsabile ci impediscono di crescere. E impediscono a tanti giovani di conquistare il proprio futuro. È proprio il sistema che non funziona. Anche per questo sempre più italiani fuggono all’estero, e anche per questo coloro che emigrano hanno nella maggior parte dei casi un’età che va dai 25 ai 49 anni.
Io me ne sono andato ormai vent’anni fa. Ho fatto bene. Il mondo mi ha dato e insegnato molto. Sono felice di essere cresciuto e di avere studiato in Italia, ma mi consola il fatto di sapere che ho sempre un piede bene appoggiato nell’altra parte del pianeta, che ho comunque un piano B. E che in fondo, ribadisco, quando cammino per le strade di Roma, sono solo un turista o poco più. Come se questo Paese ormai non fosse più mio. Sapere di essere un italiano nel mondo è il mio paracadute.
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