Mario Monti si è recato in tarda serata dal capo dello Stato. Ogni minuto che passa è di fondamentale importanza per la creazione di un prossimo eventuale governo. Prima dell’apertura dei mercati Monti dovrebbe diventare premier. Ma fonti parlamentari parlano ancora di trattative in corso e delle garanzie chieste dal presidente ‘in pectore’ affinche’ si registri la piu’ ampia convergenza su un esecutivo di emergenza nazionale.
Mentre Idv e Lega si sono sfilati, nel Pdl si registrano le maggiori tensioni. Molti ministri e diversi ‘big’ del partito sono contrari, vorrebbero andare al voto o almeno ricorrere all’appoggio esterno. Gaetano Quagliariello e’ stato il piu’ esplicito, parlando di una prospettiva simile ai senatori riuniti a palazzo Madama. Ma il Cavaliere ha gia’ fatto sapere che il Quirinale si opporrebbe ad una strategia simile. Il confronto ci sara’ sabato all’ufficio di presidenza, ma il via libera a Monti non sembrerebbe in discussione.
Nel frattempo a Montecitorio continua il toto-ministri, anche se in realtà sembra tutto che sia in alto mare e che non sia stato neanche deciso se al governo entreranno solo tecnici o anche politici. La convinzione dei ‘big’ del Pdl e’ che Monti non si fara’ ‘commissariare’ dai partiti e che varera’ un vero e proprio ‘governo del Presidente’.
Comunque si parla di Giuliano Amato al Viminale, di Franco Frattini agli Esteri, di Paolo Baratta alla Cultura, di Rocco Buttiglione all’Istruzione. Indiscrezioni parlano di un’opzione interim all’Economia per Mario Monti, di una poltrona per Bini Smaghi (allo Sviluppo economico, dicastero che sarebbe ‘gradito’ anche a Berlusconi), di due vicepremier (uno Pdl e uno Pd) e dell’ingresso sicuro dei due Letta (Gianni ed Enrico. Berlusconi vorrebbe anche la casella di via Arenula (Nitto Palma), ma a causa dell’opposizione del Pd non ci spera molto.
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