Humor inglese: turisti di tutto il mondo, vi aspettiamo a Londra, il Big Ben pende come la Torre di Pisa. Ironia italiana: pende sì, ma per raggiungere l’inclinazione del campanile di piazza dei Miracoli dovranno passare appena quattromila anni. Un’eternità, per noi umani. Londra aspetta i giapponesi armati dell’occorrente: fatevi fotografare mentre fingete di tenere su con le mani la torre dell’orologio del palazzo di Westminster, il Big Ben. Proprio come fate, cari amici turisti giapponese, quando vi fermate davanti alla magia della Torre di Pisa. Sorridere please. Come fanno sorridere il mondo gli imbonitori che vorrebbero accumunare l’incanto del monumento italiano con l’inclinazione del Big Ben.
Più solida e bella che mai appare oggi la Torre di Pisa, dopo la cura Jamiolowski, professore di ingegneria geotecnica al Politecnico di Torino. Undici anni di lavoro dell’equipe da lui diretta, prima di poter annunciare al mondo la bella notizia. Il monumento è stato raddrizzato su quarantaquattro centimetri e con garanzia di sicurezza di oltre trecento anni. Effettuata inoltre l’opera di ripulitura dei marmi: la Torre di 58,36 metri, nel 1173 la posa della prima pietra, ora si presenta in tutta la sua splendida lucentezza. E pendente il giusto, il fascino eterno della sua unicità. Ma dove e su cosa gli inglesi appoggiano la loro boria e quel desiderio scomposto, un po’ cafone, di accostare la pendenza del Big Ben alla spettacolarità della Torre di Pisa? Un gigante taglia ics, ics, ics, ics, ics, ics, ics elle, che pesa 14 tonnellate e mezzo, 296 scalini per arrivare in cima, e il campanile con sette campane.
Big Ben vuole cosa? Riedificato dopo l’incendio del 1834, alto 96,3 metri, vorrebbe mettersi sullo stesso piano della Torre di Pisa. Pende sul lato nord, verso Bridge Street, con un’angolazione di 0,26 gradi, che corrisponde a 15-20 centimetri dalla verticale. A ciascuno il suo: pare che le fondamenta di Big Ben stiano lentamente affondando nei sedimenti fluviali del Tamigi. Sembra inoltre che la cosa stia avvenendo più rapidamente da un lato. Ne ha dato notizia il domenicale Sunday Times. Big Ben comincia a pendere da un lato malgrado sia stato costruito un ulteriore supporto in cemento, sotto all’originale. Il precedente fu sistemato negli anni Novanta, in concomitanza con il prolungamento della Jubilee Line della metropolitana. Quella che passa sotto l’area londinese. Ma non c’è competizione con la Torre di Pisa. E non ci sarà mai.
La partita è a senso unico nel doppio senso: gli inglesi si sono inventati la concorrenza e noi italiani ci facciamo matte risate. Perdonino gli inglesi, la pendenza della nostra cara immortale Torre di Pisa è un’altra cosa. Una magia, tout court, che non teme attacchi della concorrenza. Come lei non c’è nessuno: giovane inclinazione del Big Ben vale più o meno quello della torre pendente di Xian, la prima capitale della Cina. Malgrado l’orologio del palazzo di Westminster presenti numeri in grado di creare una certa suggestione. Innanzitutto l’età di Big Ben, centosettantasette anni; l’altezza, quasi cento metri; il peso dell’orologio, tredici tonnellate e mezza.
Un’inclinazione di quindici-venti centimetri, se vera, comunque è niente rispetto ai quarantacinque della magica Torre di Pisa. Volete poi mettere la particolarità dei 296 scalini per arrivare in cima, alla torre campanaria con sette campionato: suvvia, ironizzano i pisani, nun cè mecce, non c’è match. Non esiste competizione. Sorry, our friends, scusate amici inglesi: la Torre di Pisa è così da sempre, fascinosa, bellissima, con la sua lunga storia e i suoi misteri; il Big Ben comincia a inclinarsi solo ora, causa i sedimenti fluviali del Tamigi. Oh, yes. La differenza è enorme, solare: mettiamo qui il punto e non pariamone più, nei secoli dei secoli. Do you understand, our friends? Dovremmo esserci capiti, amici inglesi.
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