Il voto di ieri per eleggere i nuovi giudici della Consulta? "E’ una fumata nera che vale una fumata bianca. I due candidati hanno raggiunto o sfiorato quota 530 e questo vuol dire che il patto regge e che quasi certamente nelle prossime ore avremo i due nuovi giudici della Consulta". Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, in un’intervista a La Repubblica. E’ il Patto del Nazareno inversione extension? "Non confondiamo. Questo è un accordo istituzionale tra il Pd e Forza Italia, le maggiori forze politiche del Paese che, come di consueto assieme agli altri gruppi, raggiungono un’intesa per eleggere i membri laici di Csm e Consulta e quell’accordo regge. Il Patto del Nazareno è altra cosa, riguarda la riforma costituzionale col superamento del bicameralismo e la riforma elettorale. Non possiamo evocarlo a ogni pie’ sospinto: si rischia di svilirlo".
Non sarà rischioso insistere su Violante e Bruno? "No. La volontà politica è molto chiara. E poi con l’ultima votazione sono stati eletti altri tre membri del Csm, ne mancano solo due, anche questo è un dato positivo". "Era stata eccellente la candidatura di Catricalà, evidentemente non adeguatamente spiegata ai gruppi. Non c’è stata alcuna fronda né alcuna autocandidatura da parte di Donato Bruno". Cosa è accaduto allora? "Solo una fisiologica psicodinamica dell’assemblea, che ha funzionato in un certo modo". Anche Violante è un buon candidato per Forza Italia? "Un grandissimo uomo delle istituzioni, un grande giurista, un garantista. Mi considero ben rappresentato nella Consulta da lui, oltre che da Bruno, ovvio", conclude Brunetta.
Fitto critica Berlusconi invocando maggiore rigore contro Renzi, Renato Brunetta evoca la coesione nazionale. "Sono due facce della stessa medaglia" commenta il capogruppo di Forza Italia alla Camera. E aggiunge: "io dico: o il governo Renzi è in grado di andare avanti da solo, cosa che non mi sembra possibile, oppure ci sono solo due alternative. Un governo di coesione pubblica o le elezioni anticipate. E Fitto dice la stessa cosa. La coesione è un’estrema ratio. Noi siamo e restiamo opposizione, anche se abbiamo fatto la scelta istituzionale di favorire il percorso delle riforme. Se la crisi economica lo richiederà, non ci comporteremo come la sinistra nel 2011. Ci saremo, ma a quel punto occorrerà cambiare l’assetto di governo".
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