Comites, elezioni sì o elezioni no? E se sì, quando? Entro la fine di quest’anno, presumibilmente a dicembre, proprio sotto Natale, come indicato dal governo, che ha respinto la proposta avanzata dai senatori eletti all’estero di valutare l’opportunità di un rinvio nei primi mesi del 2015 per garantire quanto più possibile la partecipazione al voto. Intanto La discussione continua. E mentre gli italiani nel mondo aspettano di sapere quale sarà il destino dei loro Comitati, in Parlamento proseguono gli incontri e le riunioni per capire come convenga muoversi. Ma convenga a chi? Agli italiani all’estero o ai singoli esponenti politici? Ai connazionali, o a un partito in particolare? C’è qualcosa che non torna, queste elezioni – ItaliaChiamaItalia lo ha sostenuto fin dall’inizio – puzzano di bruciato.
Notizia dell’ultim’ora, una chicca che solo ItaliaChiamaItalia è in grado di darvi. Questa mattina presto c’è stato un incontro fra il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Mario Giro, e una delegazione Pd, composta dagli eletti dem oltre confine. A quanto pare, alcuni esponenti del Partito Democratico si starebbero rendendo conto solo adesso del guaio in cui sono andati a cacciarsi… Che sta succedendo?
Sono diversi iComites che chiuderanno nei prossimi mesi. Situazione dovuta alle chiusure di ambasciate e consolati in tutto il mondo. Fonti ministeriali parlano di oltre 30 Comites che chiuderanno i battenti, a fronte di circa 16 nuovi Comites che dovrebbero essere istituiti. Ebbene, i compagni del Pd temono che i Comites che fanno riferimento a loro – parliamo in particolare di Germania e Svizzera – spariranno nell’arco di alcune settimane, causando proteste e scontento fra la propria base elettorale. Fino a un certo punto, noi immaginiamo, visto che gli italiani nel mondo, quelli veri, quelli al di fuori del circuito degli addetti ai lavori, i Comites non sanno nemmeno cosa siano e se lo sanno se ne fregano altamente. Ma gli addetti ai lavori, quelli sì, quelli potrebbero davvero farsi sentire con forza e scatenare nei confronti dei loro diretti interlocutori – tutti parlamentari dem – un polverone mediatico.
Insomma, il tutto appare complicato, ma in realtà non è difficile interpretare ciò che sta accadendo: la sinistra, convinta fino a qualche ora fa che alle prossime elezioni avrebbe fatto il botto, adesso ha paura di perdere Comites di colore rosso fuoco e di scatenare la loro rabbia. Proprio tra quei Comites che in realtà non avrebbero alcuna ragione di essere salvati, ne esistono alcuni molto cari, per esempio, ai deputati Pd Laura Garavini (Germania) e a Gianni Farina (Svizzera), e legati a doppio filo con i patronati (di sinistra).
Una situazione, quella che vi raccontiamo, che si aggiunge alla norma “ad personam” – valuta da Forza Italia, sostenuta dal Pd e poi di fatto cancellata grazie all’approvazione di un emendamento targato M5S – sul rinnovo dei Comites, che hanno tentato di inserire nel decreto “missioni” (fra l’altro, non si comprende la pertinenza con il tema delle missioni internazionali), per la quale per presentare le liste i partiti non sarebbero stati costretti a raccogliere le firme. Un enorme vantaggio, in effetti: le associazioni di italiani all’estero, le liste civiche, sarebbero state in grande difficoltà, rispetto alle forze politiche già presenti in Parlamento. Raccogliere sottoscrizioni non è facile, e così i “nuovi” Comites sarebbero stati di fatto non più una rappresentanza della comunità, ma dei veri e propri organi politici, schiavi dei propri partiti di riferimento, pronti a calarsi le braghe di fronte ad ogni loro richiesta. E si sa di quale partito stiamo parlando, vero? E’ il Pd che ha in mano tutto: patronati, sindacati, circoli culturali… Sotto le elezioni dei Comites, come succede sempre durante ogni elezione, i patronati tornerebbero ad assumere quel ruolo di fabbrica di voti per foraggiare di consensi i propri candidati e le liste a loro più vicine. E’ democrazia, questa?
La verità? Alcuni eletti all’estero del Pd si stanno preparando a una elezione dei Comites in proprio, “fatta in casa”, come se i Comites fossero una loro proprietà privata, con l’avallo di Giro e la colpevole inerzia di alcuni deputati eletti all’estero.
Le elezioni dei Comites, così come sono state impostate, sono una farsa, ormai è evidente. E sono tanti gli italiani all’estero che l’hanno capito e che non sono disposti ad essere complici di una pagliacciata e dunque si preparano già a boicottare il voto. Forse alla fine il Pd riuscirà davvero a conquistare più Comitati, ma una cosa sarà certa: quei Comites non rappresenteranno più le comunità, ma saranno soltanto una rappresentanza di fantocci pronti a prendere ordini dal politico di turno. Che sarà targato Partito Democratico, ovviamente. E così la gioiosa macchina da guerra, ancora una volta, all’estero canterà vittoria. Ma sarà soltanto un miraggio, perché a perdere saranno tutti gli italiani residenti oltre confine e la rappresentatività di questi organismi.
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