L’immagine che nella ricorrenza del 2 giugno ai Fori Imperiali a Roma ha creato più sconforto lasciando increduli molti italiani, è stato vedere i famosi, imponenti corazzieri, con i loro stivaloni fino alla coscia, privati del proprio cavallo, aggirarsi inquadrati a piedi, quasi spersi, in mezzo alla folla. Non è stato un bel vedere: non è così che si offre al mondo intero un segnale di rinascita del Paese. Non è proprio così che si dice alla Nazione: ce la faremo, supereremo anche questo momento difficile. E’ stato un abdicare ai demagoghi, ai parolai opinionisti che vogliono solo creare una situazione palpabile a tutti i costi di aberrazione mentale ed abbrutimento nazionale!
Economizzare, privando i corazzieri del cavallo è stato come se avessero tolto i cavalli alle statue equestri di tutt’Italia, perché i corazzieri assieme al Presidente, rappresentano l’onore e la forza dell’Italia che non molla! E’ stato come stracciare qualche foglio del libro della Storia d’Italia per renderlo più leggero.
Non vedere in fondo, sul Colosseo quell’enorme bandiera italiana è stato come se tutte le bandiere d’Italia fossero state ammainate e gettate via per la vergogna! Ci sono simboli che non vanno mai toccati e purtroppo i grandi politici della riscossa italiana (che magari pensano alle pari opportunità), non hanno capito nemmeno questo! E’ proprio in questi frangenti che, di contro, vanno rimarcati i sacri principi sui quali si basa l’orgoglio di appartenenza ad una Comunità. Mettere i corazzieri a terra senza vessillo all’orizzonte è stato come dire: siamo dei pezzenti, senza possibilità di ripresa! A questo punto sarebbe stato meglio lasciarli a casa loro, chiusi nel Quirinale, i Corazzieri, che senza cavallo, mi hanno fatto una gran pena.
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