I risultati delle elezioni regionali in Sicilia parlano chiaro: nessuno a vinto davvero. Sì, il nuovo governatore dell’isola da oggi è – per un soffio – Rosario Crocetta, candidato sostenuto da Pd e Udc. Ma è il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ad essere il primo partito della Sicilia. Secondo solo al partito dell’astensione: ha votato a queste elezioni meno della metà dei siciliani. Dunque Crocetta diventa governatore con il voto di circa il 15% dell’elettorato totale.
Il Popolo della Libertà, che insieme a La Destra sosteneva Nello Musumeci, è crollato. Ma anche il Pd perde punti (cinque, per l’esattezza). Insomma, sono i partiti tradizionali ad essere i grandi sconfitti. Il candidato grillino, Cancelleri, ha beneficiato del voto disgiunto e il movimento e’ balzato dal 2-3% del 2008 (politicamente e’ ormai giurassico) al 18% attuale. Soprattutto e’ oggi il primo partito dell’isola, in barba a vincitori (Pd) e vinti (Pdl). Quando Grillo parla di boom ha ragione da vendere. E stavolta il botto dev’essere arrivato alle orecchie di tutti.
Il terzo polo, pur diviso in Sicilia tra Crocetta e Micciche’, puo’ cantare vittoria. E Casini ha tutte le ragioni per invocare la validita’ del laboratorio siciliano: ‘Da li’ e’ arrivata un’indicazione chiara e semplice: e’ ineludibile – dichiara il leader centrista – il rapporto tra progressisti e moderati che mette al bando gli estremismi e i populismi ed e’ l’unico antidoto all’ antipolitica’.
Chi e’ sempre piu’ nei guai e’ il Pdl. Nello Musumeci e’ uscito sconfitto dalla prova elettorale e il partito ha perso oltre 20 punti, quasi i due terzi dei voti. Un’altra ferita in un Pdl sempre piu’ dilaniato. Alfano non e’ riuscito a portare dalla sua parte i moderati in campo nazionale (‘Se i toni sono quelli di Berlusconi – dice oggi Casini – e’ ridicola ogni ipotesi di rapporto con il Pdl’) e neanche nella sua Sicilia (dove il Cavaliere ha brillato per l’assenza). Il segretario pero’ tiene duro (la colpa della sconfitta, dice, è ‘del centrodestra diviso’) e conferma sia la data delle primarie (il 16 dicembre) sia la propria candidatura. Il rischio a questo punto e’ che le primarie diventino il terreno di uno scontro anche personale, quasi una sorta di ordalia, dall’esito, per la sopravvivenza del partito, difficilmente prevedibile.
Sicilia laboratorio politico, come sempre. A livello nazionale, cosa significano queste regionali? Molto, moltissimo. Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo arriverà in Parlamento e lo farà alla grande. Il giullare genovese lo promette da tempo: “ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere”. Da qui alle Politiche del 2013 mancano ancora diversi mesi, ma non troppi: giusto il tempo per lavorare ancora sodo e per convincere sempre più italiani che l’anti-politica ormai è l’unica vera politica possibile. O no?
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