Faceva l’agente di viaggio a Londra da anni, e’ sposato con Annamaria Culcasi Macaluso, figlia di un ex console, ha due figli nati in Inghilterra, frequentava la gente bene della city ricordando spesso la sua vecchia vita siciliana quando insegnava educazione fisica ai ragazzi della scuola media. Ma Domenico Rancadore, 64 anni, latitante da 19, dopo la condanna definitiva a 7 anni per mafia ed estorsioni, non faceva mai riferimento al paese di provenienza, Trabia alle porte di Palermo, dove suo padre era un boss (condannato all’ergastolo per omicidio) e dove lui si dava da fare con l’ala provenzaniana di Cosa nostra, nomi del calibro di Nino Giuffre’ e Salvatore Rinella.
Non parlava mai delle sue condanne e assoluzioni, delle inchieste in cui e’ stato coinvolto, come quella sulle minacce a don Gino Sacchetti cappellano del carcere di Termini Imerese. Ieri sera il mafioso e’ stato arrestato a Londra dalla polizia inglese su indicazione dei colleghi italiani. La cosca di Rancadore era una delle piu’ ricche di Cosa nostra, con investimenti miliardari nel settore immobiliare anche fuori dall’Italia: si parla di residence a Tenerife.
Il mafioso conduceva quindi una vita dorata che, tra l’altro, era nota da tempo sia ai carabinieri che alla polizia. Il reato di associazione mafiosa nell’ordinamento inglese non e’ previsto e la richiesta di estradizione nei suoi confronti fatta dalla Procura di Palermo negli anni scorsi non era stata accettata.
Spiega il procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi: ”Piu’ volte abbiamo chiesto il mandato d’arresto europeo ma la procedura e’ rimasta inevasa perche’ le autorita’ inglesi hanno chiesto chiarimenti sui reati contestati. Nel loro ordinamento non esiste l’associazione mafiosa, quindi venivano richieste precisazioni sui cosiddetti reati fine dell’associazione, come le estorsioni o le turbative d’asta”. ”Alle richieste inglesi abbiamo risposto che Rancadore – ha aggiunto il magistrato – rispondeva dei ‘reati fine’ in quanto mandante, visto che era capo del mandamento, o beneficiario degli stessi. Non e’ stato facile convincerli e in un’occasione sono stati riscontrati anche errori materiali nel mandato d’arresto europeo”. ”Gli errori sono stati corretti – ha concluso – e l’iter si e’ sbloccato. A questo punto l’autorita’ giudiziaria inglese dovra’ convalidare l’arresto e solo dopo la convalida si proseguira’ con la procedura d’estradizione che e’ gia’ stata avviata e che portera’ alla consegna del boss alle autorita’ italiane”. ”Abbiamo assicurato alle patrie galere un altro boss latitante” ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano esprimendo ”profonda gratitudine” alla polizia italiana e agli investigatori inglesi per l’arresto.
































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