Dopo mesi di lavoro portato avanti dal ministero degli Esteri italiano, insieme a quello della Difesa, è stata liberata la nave Savina Caylyn, sequestrata nelle acque della Somalia lo scorso febbraio. Liberati tutti i 22 membri dell’equipaggio: incubo finito per i 5 italiani ostaggi dei pirati somali per oltre dieci mesi. Nessuno riscatto pagato, fanno sapere Farnesina e armatore.
Giulio Terzi Sant’Agata, ministro degli Esteri del governo Monti, saputa la notizia della liberazione della nave ha espresso "viva soddisfazione" e "viva gratitudine" a tutti gli attori istituzionali "la cui abnegazione ed intelligente dedizione alla vicenda hanno portato al felice risultato odierno". E’ stato proprio Terzi a seguire le ultime fasi dell’operazione che ha portato alla liberazione degli ostaggi, in continuo contatto con l’Unità di Crisi del Mae.
Per Renato Schifani, presidente del Senato, la liberazione della Savina Caylyn è "un momento di grande gioia e soddisfazione per tutti, dai familiari a quanti in questi mesi hanno seguito con angoscia la vicenda". La notizia della liberazione dei 22 membri dell’equipaggi, dei cinque italiani in particolare, "riempie di gioia il Paese intero", afferma il presidente di Palazzo Madama, che invia "i più sentiti auguri ai marinai e alle loro famiglie".
LE FAMIGLIE A proposito delle famiglie dei 5 marinai italiani: Nunzia Nappa, moglie del comandante Giuseppe Lubrano Lavadera, ha ricevuto dalla Farnesina, attraverso un contatto telefonico, rassicurazioni sull’avvenuta liberazione della petroliera Savina Caylyn. La signora Nappa si trova attualmente nella propria abitazione di Procida (Napoli), dove sta attendendo con ansia una telefonata del marito.
Adriano Bon, padre del marittimo Eugenio, rende noto: "Continuano a dirci che la situazione e’ incerta e che non possono confermarci la totale sicurezza dell’operazione di liberazione".
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