Gli elettori canadesi andranno alle urne lunedì, con la possibilità di cambiare, puntando su liberali o socialdemocratici, oppure di dare ancora fiducia al primo ministro conservatore, Stephen Harper. In carica da più di nove anni, Harper punta, a 56 anni, a ottenere un quarto mandato e conta, per riuscirci, sulla sua base conservatrice nell’Ovest del Paese e nell’area di Toronto, la quarta maggiore città dell’America del Nord.
A sfidarlo c’è, innanzitutto, il leader del partito liberale, Justin Trudeau, figlio dell’ex primo ministro Pierre Elliott Trudeau, spesso presentato come uno dei padri del moderno Canada; il terzo uomo in corsa è Thomas Mulcair, che guida il Nuovo partito democratico, che nel 2011 si è posto come l’alternativa ai conservatori, salendo al 30% dei consensi e ottenendo 102 seggi alla Camera (il 33% del totale).
"Per la prima volta in Canada, è una corsa a tre" ha detto Mulcair ai suoi sostenitori. "Si tratta di un’elezione serrata" ha ammesso Harper. Nei sondaggi, i tre partiti appaiono vicini, ma i consensi si stanno spostando sempre più a vantaggio dei liberali, cresciuti di cinque punti percentuali in una settimana al 35-37% delle intenzioni di voto, che garantirebbe loro la possibilità di formare un governo di minoranza
I conservatori hanno una base solida, ma l’usura del potere e un’economia vacillante potrebbero colpire Harper, che gode del 31% delle intenzioni di voto. In campagna elettorale ha attaccato soprattutto Trudeau, forse il più bravo nei dibattiti elettorali, centrati sull’economia, sull’immagine del Canada nel mondo e sull’ambiente. La situazione economica, su cui si fa sentire il calo del prezzo del petrolio, potrebbe pesare sul voto. Per quanto riguarda la politica estera, è stata al centro del dibattito la crisi dei migranti nel Mediterraneo, visto che Trudeau e Mulcair, di fronte alla risposta debole del governo conservatore, hanno promesso di accogliere un gran numero di rifugiati siriani.
Gli altri due partiti presenti alla Camera, i Verdi di Elizabeth May (unica deputata) e gli indipendentisti del Blocco del Quebec (4 deputati), avranno non poche difficoltà a mantenere i loro seggi. La Camera dei Comuni è composta da 308 membri, mentre il senato da 105 persone, nominate dal Governatore generale su proposta del primo ministro.
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