E’ stata un’esecuzione mafiosa. E come si usa fare nel foggiano e’ stata usata anche la lupara. E’ di due morti il bilancio dell’agguato compiuto nel primo pomeriggio alla periferia di Apricena, nel foggiano. Sotto i colpi di un fucile calibro 12, sparati da distanza ravvicinata da almeno due sicari, sono caduti Michele Padula, di 28 anni, morto sul colpo, e suo zio Giuseppe, di 47, deceduto qualche ora piu’ tardi nell’ospedale di San Severo, dove e’ arrivato con il volto sfigurato da un proiettile. La dinamica dell’agguato, ricostruita dai carabinieri, e’ da brivido.
I due allevatori sono stati inseguiti in auto per quasi due chilometri, fino a quanto il loro fuoristrada Nissan, dopo l’esplosione dei primi proiettili, e’ finito in un canalone e si e’ ribaltato piu’ volte. I killer sono scesi dalla loro vettura di grossa cilindrata, si sono avvicinati alle vittime, e hanno aperto il fuoco. Poi sono risaliti sulla loro auto e sono fuggiti facendo perdere le loro tracce. Nella Nissan i carabinieri hanno trovato le cartucce rilasciate dal fucile. Altri bossoli sono stati recuperati sulla strada provinciale 36 che collega Apricena a San Paolo di Civitate, lungo la quale c’e’ stato l’inseguimento durante il quale uno dei sicari guidava e l’altro sparava dal finestrino. Probabilmente il bersaglio dei killer era Giuseppe Padula, prima condannato all’ergastolo e poi assolto dall’accusa di aver ucciso Michele Russo, di 59 anni, e suo figlio Matteo, di 27.
I due, allevatori di Apricena, scomparvero il 2 novembre 2001, vittime di una ‘lupara bianca’ e i loro resti vennero trovati casualmente da alcuni speleologi nell’agosto 2009 a 107 metri di profondita’ nella grava Zazzano a San Marco in Lamis (Foggia). Giuseppe Padula dopo l’assoluzione era tornato in liberta’, poi era stato arrestato piu’ volte e scarcerato. I carabinieri non escludono che dietro il duplice omicidio di oggi ci sia la faida che contrappone da anni i Russo ai Padula. Il 20 settembre del 2010 nelle campagne di Apricena fu trovato il cadavere del 32enne Giuseppe Padula, nipote e omonimo del pregiudicato morto oggi nell’agguato. All’epoca si disse che il delitto era riconducibile alla ‘Faida del Gargano’ che da decenni e’ in atto in provincia di Foggia. Proprio quella sanguinosa faida sembra oggi tornare d’attualita’ dopo un periodo di tregua.
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