Soldi non ce ne sono più, il finanziamento pubblico sparirà e con esso anche la “baracca delle libertà”. O più precisamente, sarà il nome della nuova casa dei moderati con all’interno i partiti che aderirono al partito unico, una specie di holding politica. Si torna al partito-azienda, scattano le sirene in Via dell’Umiltà. Basta mestieranti della politica. Il Cavaliere intende riprendere le redini del vecchio brand, non ha più nessuna intenzione di delegare. Si torna a “Forza Italia” dunque, con una classe dirigente rinnovata. Quando si passa troppo tempo nei palazzi si perde il contatto con la realtà e l’innesto di nuove leve s’è reso improcrastinabile. Alfano silurato e tutti i coordinamenti regionali verranno azzerati. Saranno imprenditori del territorio a presidiare le zone e fare fund raising (raccolta fondi).
Il sogno italiano riparte all’americana. Anche perché a maggio 2014 ci saranno le Europee e sulla tenuta del governo B non scommette più. Un Partito Democratico diviso, dilaniato in correnti che tentenna e pare non volere mantenere impegni indiscutibili per il PdL, ovvero abolizione dell’IMU prima casa e stop all’aumento IVA previsto in luglio. Ad Arcore non c’è più voglia di aspettare. L’ex premier è stanco, provato dalla protervia dei tribunali meneghini e dalla fuffa di dirigenti grigi e spenti. Un uomo solo al comando; d’altronde, l’hanno cercato un altro Berlusconi. Ma non c’era.
Twitter @andrewlorusso
































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