Alla fine anche la mitissima Cecile Kyenge non ce l’ha fatta piu’: troppi gli attacchi da parte dei leghisti, e troppo violenti. E dopo aver ripetuto per giorni, come un mantra, che alle aggressioni si deve rispondere con il dialogo, oggi e’ sbottata e ha chiesto a Roberto Maroni di mettere in riga i suoi, militanti e dirigenti, e di far cessare le ingiurie. Minacciando, in caso contrario, di disertare la Festa della Lega Nord a Milano Marittima il 3 agosto.
Dispiaciuto, il segretario del Carroccio ha detto che chiamera’ il ministro per confermarle l’invito, augurandosi che non venga meno all’appuntamento. Anche se, ha poi aggiunto, "la Lega non fa mai questioni personali, noi combattiamo idee e proposte sbagliate" e quella sullo ius soli e’ "una proposta sbagliatissima".
Due gli episodi che ieri hanno colmato la misura: uno e’ accaduto a Cantu’, dove due consiglieri comunali leghisti si sono allontanati dall’aula mentre parlava il ministro; l’altro riguarda un consigliere comunale della Lega Nord di Montagnana (Padova) che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una foto di Cecile Kyenge con lo slogan "Dino, dammi un crodino", in riferimento al gorilla di una nota pubblicita’. Vicenda per la quale ora e’ ora indagato per diffamazione aggravata: a occuparsene sara’ il pm Sergio Dini, lo stesso che aveva indagato Dolores Valandro, la leghista condannata a 13 mesi per offese sempre al ministro per l’Integrazione. E’ sempre dalla stessa parte politica, quindi, che arrivano gli attacchi e le offese alla Kyenge. Che oggi, rispondendo alla domanda dei giornalisti sul perche’ la Lega Nord ce l’abbia tanto con lei, ha preferito glissare: "bisognerebbe chiederlo a loro". Ma intanto il messaggio e’ chiaro: gli attacchi sono diventati "intollerabili", basta "sceneggiate come quella di ieri a Cantu’". Altrimenti declinera’ l’invito a Milano Marittima. Il vicepresidente dei deputati della Lega, Gianluca Pini, autore dell’invito al ministro alla Festa leghista, ha cercato di gettare acqua sul fuoco: "mi auguro che il ministro vorra’ confermare la sua presenza, perche’ e’ proprio nei momenti in cui lo scontro diventa piu’ duro e difficile che non va abbandonata la strada del confronto".
Parla invece di "strumentalizzazione" del caso Cantu’ Nicola Molteni, deputato leghista e consigliere comunale di Cantu’, secondo il quale i due consiglieri comunali non volevano insultare il ministro. Se il leader della Lega Nord Maroni fa il "pompiere", il numero due del partito, Matteo Salvini, riaccende le micce, invitando via Facebook a ignorare il ministro per l’Integrazione che, a suo dire, "si ricorda di esistere solo quando viene attaccata". "Questa signora merita solo silenzio, occupiamoci di cose piu’ serie" scrive. E da Bruxelles l’eurodeputato Mario Borghezio, espulso dal gruppo dell’Efd a giugno proprio per i suoi attacchi scomposti al ministro, fa sapere che "gli sforzi che alcuni dirigenti del nostro Movimento compiono nel tentativo di ‘normalizzare’ i rapporti con Kyenge, giungendo persino a invitarla ad una festa periferica" sono "lodevoli, ma inutili": "i leghisti, cioe’ i militanti duri e puri non si omologheranno mai a questo buonismo tartufesco". Unanime invece la levata di scudi da parte del centrosinistra: Ermete Realacci (Pd) parla di "attacchi non degni di un grande Paese", Liana Barbati dell’Idv invita Maroni a "usare nuovamente le due famose scope del rinnovamento" e anche Khalid Chaouki del Pd chiede al segretario di condannare gli insulti, mentre Angelo Bonelli dei Verdi parla di "vera e propria persecuzione" nei confronti della Kyenge e chiede l’intervento della magistratura. Ma intanto gli attacchi al ministro proseguono: oggi la Digos di Verona ha denunciato un giovane che su Facebook ha postato l’ennesima frase minacciosa: "A Cervia le banane, a Verona le bombe a mano". Un bel "benvenuto" a Cecile Kyenge che domenica si rechera’ in visita al capoluogo scaligero.
































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