L’industria ferroviaria italiana – 220 imprese con un totale di 17 mila addetti e un fatturato complessivo di 3,3 miliardi di euro – reagisce alla contrazione della domanda interna puntando sull’estero. Nel 2011 l’export, con un valore pari a un miliardo di euro, rappresenta il 30% del fatturato ed e’ cresciuto, negli ultimi 6 anni, dell’83,3%. Il fatturato complessivo del settore invece, tra il 2006 e il 2010 si e’ridotto del 13%.
L’Europa rimane la destinazione piu’ importante (48%), ma aumentano in misura rilevante le esportazioni verso America (+70%) Asia (+32%) e Africa (+37%).
I dati emergono dallo studio presentato oggi da Alberto Milotti, direttore dell’Area Trasporti di Gruppo las e docente all’Universita’ Bocconi, nel corso dell’evento ‘Export e sistema Italia’, organizzato da Alstom in occasione di Expo Ferroviaria 2012, al quale sono intervenuti Luigi Morisi, presidente Assifer; Giandomenico Ghella, presidente della societa’ Ghella e Pierre-Louis Bertina, presidente e amministratore delegato Alstom Ferroviaria.
Tra i settori il segnalamento registra la migliore performance, raddoppiando il valore, mentre il materiale rotabile, che rappresenta l’87% del totale, ha subito complessivamente una flessione (-7%).
In prospettiva il mercato piu’ importante per il materiale rotabile e’ la Cina, dove non solo si esporta, ma si effettuano anche investimenti produttivi, soprattutto in joint-venture.
Altri mercati dinamici sono il Medio Oriente, il Mediterraneo e gli Stati Uniti, dove si potrebbero aprire nuove opportunita’.
Alstom Ferroviaria che, con 2.600 dipendenti in 8 siti e 994 milioni di euro di fatturato, rappresenta da sola quasi il 30% del fatturato dell’industria ferroviaria italiana, riflette pienamente il quadro generale del comparto. Le commesse estere contribuiscono al fatturato per il 43%, il materiale rotabile, in particolar modo il Pendolino che viene progettato e prodotto a Savigliano.
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