Dalle indagini, al processo: il 2013 sara’ ancora un anno lungo nella vicenda del disastro della nave Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio 2012 sugli scogli dell’Isola del Giglio. E’ l’anno del processo a Schettino ed agli altri imputati accusati di co-responsabilita’ nel disastro che causo’ 30 vittime accertate piu’ due dispersi e ci si arrivera’ anche grazie alle tappe forzate tenute dalla procura di Grosseto per chiudere entro il 2012 le indagini.
Cosi’, a Grosseto, a fine mese, massimo febbraio, gli inquirenti formalizzeranno le richieste di rinvio a giudizio tra i 12 indagati; quindi per febbraio sara’ fissata la data dal giudice per l’udienza preliminare. La previsione generale e’ che, salvo accelerazioni, dopo l’estate si terra’ il processo, che quasi sicuramente per Schettino sara’ con rito ordinario mentre altre posizioni potrebbero essere giudicate con forme abbreviate. Ipotesi non definitive riportano che i difensori sono al lavoro per valutare la situazione dei clienti e proporre forse riti alternativi.
Di fatto l’inchiesta della procura di Grosseto ha reso un quadro piuttosto preciso degli eventi, anche grazie al materiale analizzato nel complesso incidente probatorio fatto fare dal gip Valeria Montesarchio sulla ‘scatola nera’ della nave, sulle attrezzature, sulle carte nautiche, sui protocolli per l’organizzazione di soccorso a bordo.
Il comandante Schettino e’ l’indagato che si porta addosso le accuse piu’ pesanti: omicidio plurimo colposo e’ quella piu’ grave, mentre l’abbandono di nave e’ la piu’ disonorevole: ma dovra’ rispondere perfino di danno ambientale per il distacco dello scoglio de Le Scole dal suo sito naturale e per il relitto incagliato in un’area protetta. Schettino parti’ da Civitavecchia sapendo di dover fare un ‘inchino’, pratica marinara di omaggio alla terraferma nonche’ motivo di attrazione per i passeggeri a bordo. Obiettivo, il Giglio, puntato con una rotta ‘scellerata’ che condusse la nave contro i suoi scogli. Schettino tento’ di disimpegnarsi, mentre la Concordia navigava a tutta velocita’, con uno ‘scodinzolo’ – cosi’ ha registrato la scatola nera’ -, serie di virate e controvirate andate male, sembra anche a causa delle incomprensioni con il timoniere indonesiano Jacob Rusli, che non avrebbe capito bene la lingua.
L’inchiesta ha poi coinvolto gli ufficiali a bordo: Ciro Ambrosio, secondo di Schettino in plancia; Salvatore Ursino, in addestramento; Silvia Coronica, terzo ufficiale; il cartografo Simone Canessa che teneva la rotta su ordini del comandante; Roberto Bosio, comandante in seconda che al momento dell’urto non era in plancia; Andrea Bongiovanni che comunicando con la terraferma disse su ordine di Schettino una mezza verita’ senza rappresentare l’entita’ del disastro in corso con la nave gia’ squarciata su un fianco per decine di metri. Se la cavera’ con una multa, mentre per Ursino e Bosio potrebbe esserci l’archiviazione. ‘New entry’ dell’inchiesta, con un po’ di sorpresa, il gia’ definito commissario-eroe Manrico Giampedroni: una gamba spezzata dentro la pancia della nave rovesciata e i soccorritori che lo ritrovano in un’area non allagata ne fecero un simbolo: ora e’ accusato anche lui di omicidio plurimo colposo perche’ come direttore dell’hotel di bordo avrebbe dovuto prodigarsi per salvare i passeggeri, mentre per gli inquirenti, invece, non assolse ai suoi compiti. In sordina il ruolo della Costa spa, che come societa’ entra nel processo come parte offesa. Ma tra gli indagati ci sono pero’ suoi dirigenti impegnati ‘da terra’: il capo dell’unita’ di crisi della flotta Roberto Ferrarini; il vicepresidente Manfred Ursprunger; Paolo Parodi, anche lui dell’unita’ di crisi. Sono accusati di non aver adeguatamente operato nei soccorsi, tantomeno nella collaborazione con le autorita’ marittime: il processo ne mettera’ in luce le responsabilita’. Anche se e’ presto, tra i testimoni ci potrebbe essere la fantomatica moldava Domnica Cermotan, presente in plancia al momento dell’urto mentre osservava il transito ravvicinato della nave accanto agli scogli ordinato da Schettino.
































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