L’altra Italia, il Paese delle sorprese. Infinito nella voglia di stupire, concreto al punto di apparire persino virtuale. Lontano dall’Italia reale, abitata da disperazione crescente, tasse, miseria. Il Paese dei partiti mariuoli e dei politici opportunisti. Partiti e politici che sono all’origine degli attuali guasti e guai italiani.
Quest’Italia, minima e minore, per fortuna, è presente e attiva con i suoi guizzi di generosità. E le sue idee. L’altro Paese che riesce a fornire news positive nel mare italiano delle notizie quotidiane di norma spiacevoli. Ascoltate l’ultima e capirete perchè nella disperazione riusciamo a tirare fuori imprevedibili risorse.
Istalstudio Software ha regalato una sorta di botta di vita. La ditta toscana si è assunta l’onore di pagare la tassa addizionale regionale dei propri dipendenti. Sì, avete letto bene: i lavoratori non dovranno preoccuparsi degli aumenti Irpef, provvede l’azienda. "I nostri dipendenti si sono meritati questo premio", confermano i vertici aziendali della ditta che opera in Toscana, a Pistoia, e in Romagna, a Sant’Arcangelo, nel campo della produzione e dell’assistenza software. L’Irpef a noi, voi pensate al lavoro, continuate a lavorare e produrre. Ma cosa? Software per professionisti e imprese, soluzioni per adempimenti fiscali, contabilità,archiviazione, gestione del personale, gestione dei rifiuti, privacy, antiriciclaggio, e altro. Variegata la clientela: enti pubblici, imprese, Caf, consulenti del lavoro, commercialisti. Istalstudio lavora bene, il settore tira. La ditta produce, i numeri sono dalla sua parte. Gli introiti sono cresciuti nel 2011 e in questi primi mesi dell’anno. "Abbiamo aumentato del 7,7%. Un risultato straordinario che ci ha spinto a sollevare i nostri dipendenti dal pesante pagamento dell’Irpef. Recenti aumenti riducono in misura non lieve valore e potere d’acquisto della busta paga". Normale e scontato l’apprezzamento del personale Italstudio: il gesto dell’azienda ha sorpreso piacevolmente i lavoratori. Una mosca bianca italiana la casa con sede a Massa e Cozzille, Pistoia, e Sant’Arcangelo di Romagna? Un’azienda virtuosa o che cosa? "Siamo un’azienda morale", precisa la direzione generale, orgogliosa del bel gesto.
Il concetto è questo: voi dipendenti avete lavorato bene e prodotto, noi azienda siamo cresciuti grazie a voi, abbiamo una situazione economica tranquilla, il riconoscimento è doveroso da parte nostra. Un lembo d’Italia rara, Italstudio. Leale, sincera, riconoscente. In linea con i principi reperibili nella home page della ditta. Due frasi, non slogan; parole che inducono alla riflessione. La prima è di John Dixon: "Se ti concentri nei risultati, non cambi mai. Se ti concentri sui cambiamenti, ottieni risultati". I numeri sono sotto gli occhi di chi ha l’umiltà e la voglia di vederli e analizzarli. L’ha fatto il Tg1 Rai, il giornale che ha raccontato per primo questo inedito aspetto di una piccola, minima Italia, che comunque c’è, esiste. "Le persone giungono sempre al momento giusto nei luoghi in cui sono attese", questa è di Paulo Coelho, scrittore sudamericano. Italstudio è arrivata al momento giusto nel posto in cui era attesa. Calalzo di Cadore, in provincia di Belluno, è un altro luogo del Paese minore che si contrappone all’Italia delle tassazioni a pioggia, degli aumenti insopportabili per le tasche vuote degli italiani e dei partiti e dei politici al centro di scandali e ruberie quotidiane. Questa Italia degli imprenditori e dei lavoratori suicidi, perseguitati da Equitalia. La società creata dall’Agenzia delle Entrate deputata alla riscossione delle imposte. A Napoli l’ultimo suicidio: Diego Peludo, 52 anni, agente immobiliare, si è lanciato dall’ottavo piano della sua casa nel quartiere Vomero. Non ce l’ha fatta ad andare avanti, era braccato dall’obbligo di dover pagare diverse cartelle di Equitalia. A Milano, lunedì scorso, un ex dipendente Snai di 33 anni, si è lanciato nel vuoto. E’ in condizioni disperate all’ospedale di Niguarda. Ha lasciato un biglietto ai familiari: "Sono sommerso di debiti, ho perso il lavoro, la depressione mi ha ucciso". Mai più Equitalia. Il sindaco di Calalzo di Cadore ha affidato la riscossione dei tributi alla Comunità Montana. Poteva farlo? Intanto l’ha fatto, in forza della legge 166/2011, che riconosce ai Comuni il diritto di non servirsi di Equitalia. Il sindaco ha definito la società creata dall’Agenzia delle Entrate "come lo sceriffo di Nottingham". Lui si è calato nei panni di un moderno Robin Hood. Sentite con quali risultati. La riscossione di crediti insoluti e dell’imposta comunale sui rifiuti ha consentito un risparmio di 13mila euro l’anno. Ne hanno beneficiato i cittadini non adempienti e in grande disagio economico. I quattrini risparmiati saranno destinati alla creazione e alle migliorie dei servizi. Italstudio e Calalzo di Cadore: l’Italia che va, quando al suo interno lavora e opera quel "piccolo" Paese delle idee che sa come industriarsi. A dispetto dell’altra Italia.
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