Roma – Le aperture di Forza Italia su coppie gay e ius soli non si toccano, la perdita di voti alle regionali dipende dalle persone e non dalle idee. Ne è convinto Massimo Romagnoli, già parlamentare del Pdl, attualmente presidente del Movimento della Libertà, uno dei protagonisti di Forza Italia in Sicilia, secondo il quale “il problema dei risultati delle regionali è che non abbiamo lavorato sul territorio”. E, a proposito di territorio, Romagnoli si dice contento per la nomina di Vittorio Pessina a responsabile di Forza Italia all’estero.
Il coordinamento di Forza Italia nel mondo è ora in mano al senatore Vittorio Pessina. È stata una scelta giusta?
“Sono molto contento e soddisfatto per la presenza di Vittorio Pessina come coordinatore del dipartimento italiani nel mondo”.
Quali sono i motivi di questo entusiasmo?
“Finalmente, dopo tanto tempo, abbiamo come coordinatore una figura che sta viaggiando in tutti i paesi per incontrare le nostre comunità. Questo è già un buon biglietto da visita”.
Avete avuto degli incontri programmatici?
“No, non ho avuto ancora modo di incontrarlo poiché non sono combaciati i nostri impegni, lavoriamo molto entrambi e non è facile far coincidere le tempistiche, però, considerato che siamo in chiusura dell’anno, sarà mia premura incontrarlo nelle prossime settimane”.
Che cosa gli proporrà?
“Non c’è bisogno di avanzare proposte perché lui è già molto bravo e non ha bisogno di suggerimenti, però mi metterò a sua disposizione affinché possa contare sulla mia collaborazione nel portare avanti il suo programma”.
Visite a parte, quali sono i punti del programma di Pessina che apprezza maggiormente?
“Insisto sull’opportunità delle visite che sta facendo perché, in qualche modo, rivitalizza una comunità che si era addormentata. Naturalmente, se vogliamo analizzare più in profondità, il suo coordinamento sta bene a me come a tanti altri perché non ci sono conflitti di interesse. Farà le liste senza avere il complesso di candidare persone che possano dare fastidio, non farà liste a sua misura, insomma, evitando di ricommettere lo stesso errore fatto nel 2013 che, ne sono certo, non si ripeterà anche nelle prossime elezioni, a prescindere da quando si svolgeranno. Mesi fa abbiamo avuto un risultato orribile, Forza Italia all’estero non è mai caduta così in basso, da primo o secondo partito a quarto; solo con una gestione come quella passata potevamo raggiungere quel pessimo risultato”.
A che cosa si riferisce quando parla di “errore del 2013”?
“Mi riferisco al fatto che la precedente gestione si è concentrata solo sull’Europa e ha sbagliato, e ha inserito solo candidati che portavano acqua al mulino di altri candidati”.
Forza Italia ha aperto di recente a coppie gay e ius soli, ma l’elettorato non sembra aver apprezzato, stando agli ultimi risultati regionali. Forse vi conviene cambiare strategia.
“Viaggio spesso e vedo che cosa accade negli altri paesi. Non possiamo non renderci conto che c’è un’evoluzione su questi temi in tutti i continenti, non possiamo non renderci contro della realtà. È fortemente sbagliato dire che dobbiamo aprire a determinate questioni solo per una questione di voti. Da parte mia dico che dobbiamo avviare il dibattito e risolvere certi nodi perché le persone che ne sono coinvolte meritano rispetto. Non vedo immigrati e coppie omosessuali come un elettorato da acquisire, ma come categorie che sono in attesa di risposte”.
Il suo è un pensiero nobile, ma forse è solo suo. In Forza Italia non sembrano in molti ad avere la stessa opinione.
“Se vogliamo dire che i risultati delle regionali sono legati a queste nuove linee di pensiero ci stiamo prendendo in giro. Il problema delle ultime elezioni regionali è stato che nessuno ha ascoltato il presidente, sono tre anni che dice di lavorare sui territori e di tornare a parlare con gli elettori. Se condurremo allo stesso modo anche le future campagne elettorali, allora sarà anche peggio. Dobbiamo ascoltare i problemi della gente, mentre qui si pensa solo alla propria poltrona”.
Si riferisce a Fitto?
“No, lui non è certo tra chi pensa alla propria poltrona. Al contrario, vuole scendere tra la gente, non sono d’accordo con lui su certe situazioni ma ha ragione quando dice tornare tra le persone, nelle piazze”.
Quali sono le “situazioni” che non condivide?
“Non concordo con lui quando non rispetta le scelte del presidente, ma ha ragione quando dice di tornare sui territori e di fare il tesseramento bussando casa per casa, come si faceva una volta”.
Pensa anche lei, come molti nel partito, che Fitto non abbia la caratura necessaria a prendere le redini del centrodestra?
“No. Sinceramente credo che abbia tutte le doti di un ottimo leader e, tra l’altro, non ne vedo altri, lui è la persona che mi piace di più, è aggressivo nel giusto modo che serve per fare politica. A volte bisogna battere i pugni sul tavolo ma, finora, hanno lasciato tutti che lo facesse solo Berlusconi che adesso però a quanto pare non ce la fa più. Bisogna essere di sostegno per lui e lo saremo se riusciremo a far capire all’elettorato che lavoriamo per loro, ci devono sentire, ci devono toccare”.
Quali sono le sue prossime iniziative o gli incontri in programma?
“Tornerò in campo dall’11 gennaio 2015, visiterò l’Europa a tappeto e organizzerò almeno una convention nei quattro stati principali, ossia Germania, Svizzera, Belgio e Francia. Mi scuso con agli elettori se, in qualche modo, ho allentato il lavoro fatto negli anni dopo la delusione del risultato elettorale, ma in qualche caso ho visto che venivano votate persone mai state all’estero e che non si erano mai impegnate davvero per gli italiani nel mondo. Persone che hanno girato la circoscrizione solo in occasione della campagna elettorale. Vedere che queste persone comunque venivano votate mi ha molto deluso, perché io, al contrario di altri, mi sono sempre battuto per i nostri connazionali e ho sempre dato il massimo”.
Che cosa accadrà l’11 gennaio?
“Organizzerò il primo grande evento dell’anno a Bruxelles, ripartirò da qui con una riunione di tutti i capo elettori che mi hanno sostenuto in questi anni”.
Quindi creerà un coordinamento?
“Sì, farò un coordinamento prima europeo e poi anche diversi nazionali, inizieremo a prepararci per la campagna elettorale dei Comites che ci interessano”.
Quali sono i suoi Comites di riferimento?
“Quelli in cui sono presenti le liste di centrodestra, quindi a Francoforte, a Berlino e a Parigi. Dall’11 al 30 gennaio cercherò di incontrare i candidati di queste liste per coordinarci in vista della campagna elettorale”.
Con quale obiettivo riunisce i suoi vecchi capo elettori? Ha messo in conto che i vecchi sostenitori potrebbero non essere più interessati? In quel caso formerebbe un nuovo comitato?
“La riunione dei capo elettori è per dire due cose. La prima è per capire chi è interessato a ricominciare con le iniziative sul territorio, la seconda è che, se decidiamo di rimboccarci nuovamente le maniche, allora dobbiamo condividere i nostri programmi e decidere come operare. Sì, se fosse necessario formerei una nuova squadra, anche se in prima istanza ho chiamato chi mi è stato sempre accanto”.
Ha in cantiere nuove iniziative anche per la Sicilia?
"Sì, siamo pronti per il nuovo anno con i Siciliani nel mondo, stiamo operando per la costituzione di nuovi comitati e per l’esportazione di prodotti siciliani nel mondo. A questo scopo parteciperemo a delle fiere internazionali e, naturalmente, anche all’Expo”.