Ancora valigie ed un nuovo viaggio aereo New Delhi-Roma per i maro’ Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, bloccati in India da un anno perche’ accusati della morte il 15 febbraio 2012 di due pescatori indiani. La Corte suprema indiana oggi ha infatti concesso ai due militari un permesso di quattro settimane per tornare in Italia, dove potranno votare e riabbracciare i loro cari. Questo secondo permesso in due mesi – dopo quello di due settimane ottenuto per le festivita’ natalizie – ha riempito di gioia Latorre e Girone, che hanno fatto in fretta e furia i bagagli per rispettare un programma che prevede la loro partenza in nottata dalla capitale indiana e l’arrivo a Roma domani a meta’ giornata. Immediata la reazione delle autorita’ italiane, con il ministro degli Esteri Giulio Terzi che ha parlato di ‘uno sviluppo molto positivo’, fonte di ‘grande soddisfazione’.
Giudizio condiviso dal premier Mario Monti, il quale ha evocato l’esistenza di un ‘clima di fiducia’ con l’India, ‘importante segnale’ per una ‘positiva soluzione’ della vicenda.
Dopo la presentazione martedi’ della richiesta, tutto sembrava doversi svolgere senza problemi nella nuova udienza presieduta dal presidente della Corte, Altamas Kabir. Invece c’e’ stato qualche momento di incertezza per alcune impreviste obiezioni da parte del procuratore dello Stato indiano P.P.
Malhotra, e per un giallo legato alla sparizione dei passaporti dei due italiani.
Malhotra ha sostenuto che la richiesta avrebbe dovuto essere presentata non dall’ambasciata ma dagli stessi maro’, ‘i quali sono accusati in base alla sezione 302 del codice penale (omicidio)’. Ma Kabir ha replicato con evidente dispetto che ‘il 18 gennaio scorso ho chiesto al governo di costituire un tribunale speciale (per decidere sulla giurisdizione indiana o italiana del caso) e voi cosa avete fatto? Nulla!’.
Inoltre la Corte ha dovuto constatare che i passaporti di Latorre e Girone, in mano al giudice di Kollam in Kerala, non si trovano piu’. Un mese fa la Corte Suprema, negando l’esistenza di una giurisdizione delle autorita’ keralesi sull’incidente, aveva anche disposto il trasferimento dei documenti al ministero dell’Interno a Delhi, dove pero’ non sembrano essere mai giunti.
Il dibattimento si e’ chiuso ed i maro’ hanno ottenuto cio’ che avevano chiesto per loro i legali dello studio Titus, con l’unica condizione della firma di una dichiarazione giurata in cui si impegnano a ritornare alla fine del permesso. Cosa che hanno fatto prima di rientrare in ambasciata, dove vivono da un mese, per un rapido pranzo con l’ambasciatore Daniele Mancini e l’addetto militare Franco Favre, a base di una croccante pizza (con melanzane e cipolle) di farina integrale ammassata in mattinata personalmente da Latorre.
‘Siamo contenti di poter rientrare in Italia e di poter votare’, hanno detto i due, fantasticando anche sui festeggiamenti in preparazione a Bari ed a Taranto per il loro rientro. ‘Cozze, spaghetti alle vongole e gamberoni’, ha elencato Latorre per l’attesa cena familiare di domani sera, mentre Girone ha ammesso di ‘essere felicissimo’ ma di ‘non sapere bene con quale sorpresa mi accoglieranno’. Di tanto in tanto i due fucilieri del San Marco si passavano il cellulare per rispondere alle chiamate di ministri (quello della Difesa, Giampaolo di Paola da Bruxelles) e responsabili militari. Dopo il caffe’, qualche foto, e poi via per le ultime pratiche burocratiche pomeridiane che hanno sgomberato il terreno per il loro rientro in Italia.
































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