Piove a Roma e la Capitale si blocca: strade allagate, tombini e caditoie straboccanti. Che piova poco o tanto, che ci siano le foglie o no, quando Giove Pluvio decide di versare un po’ d’acqua, la Capitale d’Italia si trasforma in una citta’ lagunare. Le solite cose che succedono da anni. Alcune operazioni per annullare, o quantomeno diminuire, l’impatto della pioggia sulla citta’ ci sono: pulire tombini e caditoie. Servono soldi? Non necessariamente perche’ il problema puo’ essere risolto imponendo alle imprese che scavano (Acea, Italgas, Telecom, ecc.) di pulire anche i pozzetti del tratto di strada interessato allo scavo. Poiche’ tutte le strade romane prima o poi saranno interessate dai lavori, il problema troverebbe soluzione nel volgere di qualche anno e senza costi aggiuntivi per la comunita’. Come s’impone alle ditte di ricoprire con l’asfalto superfici di strada maggiori della larghezza dello scasso da loro operato, cosi’ si puo’ imporre la ripulitura dei chiusini.
Trovato l’uovo di Colombo? Certo! Ci permettiamo questo consiglio al sindaco, Gianni Alemanno. L’alternativa e’ quella di rivolgersi a Giove Pluvio invocandone la misericordia con qualche rito sacrificale.
Siamo stati buoni profeti, ieri e’ piovuto e la città si e’ allagata. Ricordiamo che l’80% di tombini e caditoie della Capitale sono ostruiti e che, alla prossima pioggia, succederà quello che e’ gia’ avvenuto. Si provi ad immaginare i danni economici che subiscono i cittadini a causa dell’incuria dell’Amministrazione comunale. Qualche cittadino, che paga le tasse per avere servizi, potrebbe decidere di chiedere i danni al sindaco Alemanno.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc*
*Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
































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