"La partita dell’incandidabilità è segnata. Dario Stefano (il presidente della giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato, ndr) ha un ruolo delicato e si sta comportando con grande sobrietà. Anticipare la discussione sulla decadenza di Berlusconi? No, non profumerebbe di decoro istituzionale. Le regole vanno sempre rispettate". Così Nichi Vendola in una intervista a Repubblica. "Davvero una magia lessicale!" prosegue. E parla di un "modo di trovare un escamotage per violare il principio di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Un’espressione modesta che nasconde un elemento sovversivo, la voglia di mutare l’equilibrio tra i poteri dello Stato". Ma, sottolinea, "vedo un’impossibilità in radice".
Anche per il termine di "pacificazione" usato dal Pdl il leader di Sel parla di "un’altra sublime invenzione semantica": "Si chiede la sostanziale resa della giustizia nei confronti della politica"’, "non siamo ai tempi di Silvio Pellico e Giuseppe Mazzini. I reati di cui parliamo non sono reati di opinione. Ci vuole il senso della misura", "non si può anticipare per anticipare l’anticipazione del Csm… Sarebbe un’iniziativa di stile berlusconiano. Le regole vanno rispettate e le istituzioni non possono essere mai usate come randelli nella contesa politica. Comunque la partita dell’incandidabilità è segnata". E conclude: "Io auspico la caduta del governo. Non sono spaventato" e "vedo ogni giorno di più il rodaggio di un discorso elettorale. Stanno già affilando le armi".
































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