Difendere l’Europa dallo strapotere dei colossi del web come Google, Amazon o Facebook, facendo tutto il possibile perche’ non impediscano l’emergere di nuovi soggetti e non sfuggano alle tasse dei singoli Paesi membri: e’ l’obiettivo del governo della Francia, che domani ha convocato un ‘mini-vertice’ europeo a Parigi, a cui sono stati invitati – tra l’altro – i rappresentanti di Italia, Spagna, Germania e Regno Unito. La riunione, a cui dovrebbe partecipare anche la commissaria europea alle Nuove Tecnologie, Neelie Kroes, e’ stata promossa dal ministro francese per l’Economia Digitale, Fleur Pellerin. Per l’Italia, sono attesi Carlo Calenda, viceministro allo Sviluppo economico e Francesco Caio, commissario del Governo per l’attuazione dell’Agenda digitale.
Tra i principali obiettivi della riunione, c’e’ quello di arrivare ad alcune proposte comuni per lottare contro ”la creativita’ fiscale” dei giganti di Internet, in vista del vertice europeo del 24 e 25 ottobre a Bruxelles, che per la prima volta sara’ dedicato a questi temi. In particolare, la Pellerin sogna di creare un’authority europea di regolazione, che abbia finalmente le competenze per intervenire in caso di ”conflitti e abusi” da parte delle grandi piattaforme di Internet. ”Oggi – afferma la Pellerin, intervistata da Liberation – ci si focalizza soprattutto sulla regolazione delle reti (…) dimentichiamo pero’ che la sfida principale riguarda ormai le grandi piattaforme, come Apple, Google, Facebook, Amazon e compagnia, che sono diventate punti d’accesso obbligati a Internet. Sono i conglomerati del XXI/o secolo che organizzano la nuova economia a loro vantaggio”. Se non fissiamo delle regole – avverte la ministra francese nata a Seul – rischiamo di mettere in pericolo tutto l’ecosistema dell’innovazione”. Nel mirino, soprattutto la ”banda dei Gafa” (acronimo per Google, Apple, Facebook e Amazon, a cui puo’ aggiungersi Microsoft). Quanto al problema fiscale, per fare un esempio, nel 2011, solo in Francia, le quattro societa’, tutte americane, hanno pagato tasse per 37 milioni di euro, di fronte a un giro d’affari di circa 8 miliardi euro. Cio’ che per Parigi ha rappresentato un ammanco di 1,5 miliardi di euro. Le tecniche per evitare di pagare le tasse nei singoli Stati sono le piu’ svariate. Come Facebook, che fattura la pubblicita’ con una filiale situata a Dublino, prima di mettere i soldi alle isole Caiman. Cio’ che l’anno scorso gli ha consentito di versare alle casse dello Stato francese appena 200.000 euro, per un giro d’affari di 300 milioni di euro. L’offensiva europea voluta dalla Francia ha soprattutto lo scopo di porre fine a questo ‘Far-West’. Ma le divisioni all’interno degli Stati e tra Stati membri non mancano e la strada e’ tutta in salita.
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