Un uomo di 41 anni, genovese, attraverso annunci pubblicati su giornali avvicinava giovani donne con la scusa di volerle inserire nel mercato del lavoro, in particolare in un progetto di vendite attraverso il web. In realtà, secondo l’accusa, cercava soltanto di indurle a prostituirsi. I fatti risalgono al periodo 2008 – 2010. Due anni di indagini per incastrare il 41enne. Per raccogliere prove contro l’imputato era stata anche effettuata un’azione di copertura: una donna-carabiniere si era finta interessata al lavoro di vendita on line.
L’uomo era stato accusato, nello specifico, di violenza sessuale di gruppo, di alcuni episodi di sfruttamento della prostituzione tramite chat-line in forma consumata e tentata, di quattro violenze sessuali e di un tentativo di estorsione. La prima sentenza del Tribunale è arriva proprio in queste ore: 13 anni e un mese di galera, questa la pena. Il pm Francesco Albini Cardona aveva chiesto otto anni e sei mesi. I legali dell’uomo hanno già fatto sapere che presenteranno appello.
Durante il processo, diverse ragazze avevano testimoniato contro il genovese, raccontando anche episodi particolari. Una giovane donna, per esempio, spiegò che l’imputato la convinse a fare un video mentre avevano un rapporto sessuale e che cerco’ di convincerla a lavorare per lui ma, quando si oppose, la minacciò di pubblicarlo in rete. Altre hanno raccontato che il 41enne, una volta affrontato il primo colloquio “di lavoro”, chiedeva loro di vestirsi in maniera molto sexy, con miniabiti e tacchi a spillo, per chattare online con i clienti. Un’altra ragazza riferì di aver dovuto mettere un cappuccio mentre, on line, colloquiava con i clienti indossando abiti osè.
Per diversi mesi il cittadino di Genova è riuscito a prendere in giro le ragazze e a sfruttarle, approfittandosi della loro buona fede e del fatto che tutte fossero in cerca di un lavoro. Adesso, gli è stata inflitta una pena di 13 anni da passare dietro le sbarre.
































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