Con l’uscita di Denis Verdini, in Forza Italia si è consumata l’ennesima scissione. Ora, da persona che in Forza Italia milita, trovo la cosa preoccupante. Come ha detto Vittorio Feltri, il centrodestra sta facendo la fine del salame. Prima c’è stata l’Unione di Centro di Pierferdinando Casini, che ha preso una fetta di questo "salame", portandosi via un pezzo di elettorato. Poi, è stata la volta di Gianfranco Fini, che ha fatto altrettanto. Nel 2011, con la nascita del Governo presieduto da Mario Monti, si è rotto il rapporto con la Lega Nord. Quindi ci sono state le scissioni di Angelino Alfano, Raffaele Fitto e Verdini, che hanno portato via altri voti.
A Silvio Berlusconi rischia di non restare neppure il fondo (detto culetto) di questo "salame". Noi ci troviamo con un centrodestra frammentato.
Se oramai è vero che alcuni ex-esponenti del centrodestra (come Fini, Alfano e forse anche Verdini) sono oramai persi, il centrodestra può (anzi deve) ricostruirsi. Ora, il partito che dovrebbe essere preponderante, l’ex-Popolo della Libertà (dalla cui rottura sono nati Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Fratelli d’Italia ed altri) non c’è. La Lega Nord ha aumentato i consensi ma da sola non può fare nulla, anche perché al Sud i voti che prende sono ancora troppo pochi. Così il centrodestra rischia di consegnare l’Italia al Partito Democratico o al Movimento 5 Stelle.
Secondo me, la ricostruzione del centrodestra riparte dalla ricostruzione di quel partito dei moderati che era prima il Popolo della Libertà. Se fossi in Berlusconi, chiamerei Raffaele Fitto e con lui cercherei un dialogo per ricostruire questo grande partito, per non lasciare l’Italia in mano a questa sinistra o al Movimento 5 Stelle.
































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