Una fatale distrazione dell’autista del pullman causata da un dvd con cui stava armeggiando. E’ questo un dettaglio, in corso di verifica da parte degli investigatori, emerso dalle indagini sulla tragedia del tunnel svizzero di Sierre, dove martedi’ sera un pullman si e’ schiantato, causando la morte di 28 persone, di cui 22 bambini, e il ferimento di altri 24 alunni che erano a bordo, di rientro in Belgio dopo una settimana bianca sulle nevi svizzere.
‘Non c’e’ nessuna ipotesi privilegiata sulle cause dell’incidente’, ha precisato il comandante della polizia Cantone Vallese Christian Varone, in una conferenza stampa organizzata oggi all’interno del traforo, davanti al luogo dell’impatto, in cui sono state depositate tante rose bianche e peluche. Ma a raccontare l’episodio – ha riferito il giornale fiammingo Het Laatste Nieuws sul suo sito Internet – ai genitori e al personale dell’ospedale in cui sono ricoverati sarebbero stati proprio alcuni bambini: ‘Poco prima dell’incidente, l’autista ha voluto mettere un Dvd’. Gli stessi dodicenni sono stati sentiti tra ieri e oggi dalla polizia cantonale: ‘Siamo vagliando tutte le testimonianze’, ha detto il comandante Varone a chi gli chiedeva conferma di questo elemento, giudicato tuttavia ‘infondato’ dalla Toptours, la società belga di autotrasporto a cui apparteneva il pullman.
Concluse le formalita’ burocratiche e giudiziarie e terminate le prime cure, nella serata di oggi otto bimbi hanno gia’ potuto lasciare la Svizzera e rientrare in Belgio. Altri 13, ricoverati a Sion, li seguiranno forse gia’ domani. Rimarranno nel Vallese solo i piu’ gravi: tre di questi sono all’Ospedale universitario di Losanna, uno a Berna. A preoccupare i genitori e i sanitari sono anche le conseguenze psicologiche dell’esperienza vissuta dagli alunni nei drammatici minuti dopo l’incidente. Molti di loro ‘chiedono notizie degli amici, si pongono tante domande, si interrogano su cosa sia successo e per ora e’ meglio non spiegarglielo’, ha raccontato Michel Callens, responsabile sanitario dell’organizzazione cattolica Intersoc, che ha organizzato le vacanze dei ragazzi. Nessuno – su consiglio degli psicologi – ha ancora detto loro che all’obitorio di Sion ci sono i corpi di 22 compagni e dei sei adulti che li accompagnavano.
Il drammatico riconoscimento si e’ svolto oggi. Per tutta la giornata le famiglie delle vittime sono state portate, una ad una, nel cubo di cemento del centro funerario, sulla collina coltivata a vigne del capoluogo del cantone vallese. Con loro un’equipe di psicologi e medici. Una lunga e drammatica processione di dolore tra l’elegante Hotel Des Vignes, centro di raccolta dei parenti, e il centro funerario che dista meno di un chilometro. Un rito straziante, ma necessario, che tuttavia per nove salme non e’ bastato. Sono state rese irriconoscibili dallo schianto e il solo modo per associarle a un nome e’ l’esame del Dna su cui stanno lavorando i medici legali e i cui esiti potrebbero arrivare nelle prossime ore. Ora l’obiettivo delle autorita’ elvetiche e belga e’ riportare in patria le vittime, mentre molti loro familiari stanno gia’ rientrando. Le prime bare dovrebbero partire domani mattina, dopo il nulla osta del magistrato, a bordo dei tre aeroplani C130 dell’aviazione militare belga, atterrati in serata all’aeroporto di Sion.
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