Il risultato del voto amministrativo mette in forse anche il sostegno dell’attuale maggioranza al governo guidato da Mario Monti. Il PdL è diviso fra chi vorrebbe staccare la spina all’esecutivo dei banchieri e chi invece è convinto che si debba andare avanti a sostenere il governo per responsabilità nei confronti del Paese.
In questo quadro, entra in gioco Pier Ferdinando Casini, il più grande sostenitore del Professore, che sorprende tutti affermando che anche all’interno del Popolo della Libertà “ci sono forze responsabili, che hanno fatto prevalere l’appoggio a Monti e che non sono assolutamente intenzionate a portare l’Italia sul baratro o sull’orlo di un’avventura molto brutta”. Inoltre, aggiunge il leader Udc, l’arrivo di Monti non è stato casuale: “Questi 4 anni sappiamo come sono andati…". Ovvero, un caos totale, politico, economico e sociale.
Dunque per Casini, che ieri ha seppellito il Terzo Polo dicendo che si deve “andare oltre”, questo “non e’ il momento di abbassare la guardia, e’ il momento di alzare la guardia. Sarà stucchevole ripeterlo sempre, ma oggi e’ il momento della responsabilità. La situazione e’ drammatica. Basta con i giochini e le vecchie polemiche". Alcuni “non sembrano rendersi conto della situazione drammatica che potenzialmente e’ ancora davanti a noi”.
Casini sembra tendere una mano al PdL di Angelino Alfano, soprattutto dopo essersi reso conto che con Fli e Api non si va da nessuna parte. Proprio per questo anche lui potrebbe pensare ad un ritorno ad un centrodestra compatto. E non è l’unico.
Claudio Scajola, esponente del PdL ed ex ministro del governo Berlusconi, lo dice chiaro: bisogna creare quel partito dei moderati, dice, che apra le porte anche a Casini e Fini: “Sono andati via in tempi e circostanze diverse da quelle attuali. Oggi è un’altra storia. Ma attenzione: stare insieme significa condividere un progetto, spiegare i valori che ci ispirano, riprendere il contatto con la gente”. Assisteremo presto ad un ritorno al passato, alla rinascita della Casa delle Libertà? In politica, mai dire mai.
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