Dopo l’elezione del primo Papa argentino della storia della Chiesa, l’immagine di Francesco è comparsa su molte delle arterie principali di Buenos Aires – la città della quale è stato arcivescovo fino al conclave in cui è stato eletto pontefice – in una sorta di guerra dei manifesti nella quale i differenti raggruppamenti politici cercano di essere identificati con il "Papa nuestro".
Se si ragiona in termini di dimensioni, il governo municipale di Mauricio Macri (centrodestra) ha battuto tutti: oggi, infatti, è stata inaugurata una gigantografia di poco meno di 3 mila metri quadri con l’immagine del Papa e lo slogan "La città celebra con orgoglio e allegria al Papa Francesco" sulla facciata dell’Edificio del Plata, un palazzo moderno che occupa un caseggiato intero sulla emblematica Avenida 9 de Julio.
Se invece si misura con il criterio dell’ubiquità, il governo peronista di Cristina Fernandez de Kirchner batte facilmente quello di Macri, perch‚ il suo "manifesto papale" è sicuramente piú piccolo ma si trova un po’ dappertutto per le strade della capitale. In questo caso si tratta di una immagine ravvicinata nella quale di vedono solo le mani di Papa Francesco e di Fernandez de Kirchner, nel momento in cui la presidente gli ha consegnato una zucca di mate durante la sua udienza in Vaticano, accompagnata dallo slogan "Condividiamo le speranze".
I primi manifesti comparsi con una immagine dell’ex cardinale Bergoglio usata in chiave politica, peró, sono apparsi due giorni dopo la sua elezione in Vaticano, e contenevano solo l’immagine del pontefice con la scritta "Papa argentino e peronista", senza nessuna firma o simbolo politico. Per un osservatore esterno o un turista risultava difficile capire il senso politico dell’immagine, ma gli argentini hanno colto immediatamente il riferimento a un altro manifesto anonimo che compare regolarmente per le strade di Buenos Aires, con una foto di Jos‚ Ignacio Rucci, sindacalista della destra peronista, ucciso nel 1973, si pensa dai Montoneros (gruppo armato della sinistra peronista), con lo slogan "Argentino e peronista".
Il significato politico implicito nel manifesto del "Papa argentino e peronista" era cosí ovvio che la sua diffusione è stata definita "una vergogna inaccettabile" da Horacio Gonzalez, direttore della Biblioteca Nazionale e leader di un gruppo di intellettuali che appoggiano il governo di Fernandez de Kirchner.
Non sono mancati altri usi politici dell’immagine del pontefice, anche di segno opposto: il segretario al Commercio, Guillermo Moreno, ha fatto appendere sull’ingresso del Mercato Centrale di Buenos Aires – il suo feudo politico – un manifesto con la frase "La comunità del mercato ti saluta e prega per te" mentre un gruppo di estrema sinistra ha distribuito immagini dell’incontro della presidente con il Papa denunciando il presunto "tradimento clericale" di Fernandez de Kirchner.
































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