La piovra all’ombra del Colosseo, nutrita dall’asse Sicilia-Roma, grazie ai Cuntrera e i Fasciani-Triassi, che per anni hanno tenuto i fili della criminalita’ organizzata nella Capitale. Il volto nascosto della ‘Cosa nostra’ romana esce allo scoperto con una della piu’ importanti operazioni antimafia a Roma. Sono 51 gli arresti della Squadra Mobile, che ha sgominato i clan Fasciani e Triassi, le due famiglie della ‘pax mafiosa’: organizzazioni che controllavano soprattutto il litorale grazie a un accordo criminale per il controllo del territorio, durato un ventennio. Ma ”la notte della citta”’, cosi’ come l’avrebbe definita il Gip nell’ordinanza, per ora e’ passata.
La maxi-operazione, diretta dal capo della Mobile Renato Cortese, ‘sdogana’ il 416 bis a Roma, consentendo di fornire elementi alla Procura della Repubblica per contestare e individuare l’esistenza di un’associazione di stampo mafioso nella Capitale. In manette sono finiti esponenti considerati dagli investigatori ”i ‘sancta sanctorum’ del crimine romano e siciliano”. L’intera famiglia-holding dei Fasciani, i Triassi e un esponente dei D’Agati. Dietro la loro mano c’era tutta la filiera del crimine organizzato, passando anche per le infiltrazioni in apparati amministrativi per l’assegnazione di abitazioni popolari. Dalla corruzione all’usura, dal traffico internazionale di droga alle estorsioni ai danni di commercianti.
I clan controllavano intere piazze di spaccio non solo nel litorale ma anche in citta’, il mercato delle slot machine e intere attivita’ balneari a Ostia e dintorni. Tutto avveniva secondo quei comandamenti mafiosi che regolano i rapporti tra membri interni o esterni ai clan: dall’ingresso di un nuovo appartenente agli accordi tra i capi per la spartizione del territorio, alle riunioni per dirimere le controversie sorte nella gestione del territorio. Ma anche la pianificazione di omicidi o tentati omicidi necessari per garantire e ripristinare la supremazia su qualsiasi attivita’. A loro potrebbe essere infatti legata la lunga scia di delitti degli ultimi anni. Fiumi di proiettili per eliminare i ‘rumorosi’ di basso livello, che spesso facevano chiasso spargendo sangue con liti tra pregiudicati e coltellate in nome dell’onore, attirando sul territorio pattuglie sgradite delle forze dell’ordine. Tra le vittime taglieggiate, invece, potrebbero esserci anche diverse donne. Una di loro e’ la 59enne gambizzata due giorni fa nel quartiere Ardeatino. Contro il suo negozio in passato furono esplosi diversi colpi di pistola. Gli arrestati eccellenti della famiglia Fasciani sono il capo indiscusso del clan, Carmine, e i fratelli Giuseppe e Terenzio Nazzareno.
Tra i Triassi sono finiti in manette Vito e Vincenzo, quest’ultimo arrestato assieme alla moglie a Tenerife grazie all’intervento dell’Interpol, appartenenti alla nota famiglia mafiosa dei Cuntrera-Caruana, che da anni si erano trasferiti a Ostia mantenendo un legame inscindibile con ‘Cosa Nostra’ siciliana. L’indagine dell’operazione di oggi, che ha portato a 51 arresti, era partita solo un anno fa dopo il ritrovamento di un ordigno all’interno di uno stabilimento balneare ad Ostia nell’estate del 2012. ”Quest’operazione – ha detto il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone – ha un valore, oltre che giudiziario, anche piu’ profondo, perche’ crea spazi di liberta’ e si riconquista una situazione di normalita’ sul litorale romano, a Ostia, dove c’e’ un clima ormai pesante”. Soddisfazione per l’operazione e’ stata espressa da tutte le maglie della catena della pubblica sicurezza nazionale: dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il capo della polizia, Alessandro Pansa, e dallo stesso sindaco di Roma, Ignazio Marino.
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