Si esprime nelle 18 righe del comunicato emesso dal Quirinale l’ira di Giorgio Napolitano per l’extrema ratio delle dimissioni di massa annunciate dal Pdl. Ma c’e’ un filo rosso che guiderebbe l’azione del Capo dello Stato, secondo quanto scrive il quirinalista del Corriere Marzo Breda: il presidente della Repubblica vorrebbe mettere "spalle al muro" chi "minaccia di travolgere" il governo. Anche per questo e’ palpabile l’"enorme fastidio per la pretesa di garantire a Berlusconi un salvacondotto permanente sulle futuribili iniziative della magistratura".
"La nota e’ durissima soprattutto in un passaggio obbligato, quello che il presidente della Repubblica italiana deve scrivere in difesa dello Stato di diritto, e come non sarebbe costretto a fare in nessun Paese occidentale", concorda La Stampa. Niet reiterato anche sulla possibilita’ di ricorrere al voto anticipato. Un fastidio peraltro evidente anche dalla definizione di "gravita’ e assurdita’" per l’evocazione del golpe avanzata dal centrodestra. Tuttavia, osserva l’editorialista del Corriere Massimo Franco, la nota con la quale Napolitano ha criticato l’iniziativa "improvvisa e istituzionalmente inquietante" del Pdl "non e’ riuscita a placare un partito in mano ormai all’ala oltranzista". Per questo "l’offensiva e’ diventata quasi sprezzante". Secondo Repubblica il presidente della Repubblica "ha deciso che e’ arrivato il momento di andare a vedere se quello di Berlusconi e’ un bluff" e cosi’ ha dato "lo stop piu’ duro davanti alle manovre del capo del Pdl".
































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