Alla XXVII Edizione di Italia Direzione Nord, la rassegna di convegni istituzionali ideata da Fabio Massa, promossa e organizzata dalla Fondazione Stelline di Milano in corso presso Triennale Milano, la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli ha svolto un intervento interamente dedicato alla necessità di “pensare in grande”, una visione che, come ha spiegato, “non è una forma retorica, è la convinzione che i grandi cambiamenti di un Paese nascano sempre da una visione ambiziosa, sostenuta dalla determinazione di trasformarla in realtà”.
Ronzulli ha rivendicato l’impostazione dell’esecutivo, che a suo giudizio ha scelto di andare oltre la gestione ordinaria: “Il governo ha scelto fin dal primo giorno di non galleggiare, di guardare oltre l’orizzonte, oltre la prudenza, oltre il rinvio. Ha scelto la via della responsabilità insieme però a quella dell’ambizione, avviando riforme strutturali che stanno cambiando il volto del Paese.
La riforma del fisco non è un maquillage, è una trasformazione vera: l’avvio dell’aliquota al 23%, la riduzione della tassa per il ceto medio dal 35 al 33, il taglio del cuneo fiscale che aumenta il netto in busta paga per 14 milioni di lavoratori, la riforma dell’Irpef che semplifica e rende più equo il sistema”.
E ha aggiunto che anche sul piano sociale “abbiamo messo la natalità e le famiglie al centro, con il bonus mamma potenziato, congedi parentali retribuiti più lunghi, investimenti sugli asili nido”.
Un passaggio ampio è stato dedicato al ruolo delle regioni e, in particolare, della Lombardia.
“Le regioni sono protagoniste, sono motori di cambiamento, sono il primo banco di prova della credibilità dello Stato”, ha detto, sottolineando che “la Lombardia guidata dal presidente Fontana lo dimostra, con un modello sanitario solido, investimenti su ospedali e rete territoriale, digitalizzazione dei servizi, una rete infrastrutturale che è un modello nazionale. Ciò che qui funziona può diventare la base di un modello di sviluppo italiano”.
Ronzulli ha individuato in Milano il baricentro dello sviluppo futuro: “Milano non immagina il domani, lo anticipa. È già oggi uno dei principali hub logistici europei, una città con la densità maggiore di aziende innovative, un laboratorio avanzato per la mobilità elettrica e la sede dei poli tecnologici più importanti del Paese”.
Ma ha richiamato anche i suoi nodi irrisolti, avvertendo che “pensare in grande per Milano significa affrontare problemi reali come sicurezza, casa e mobilità con la forza di una visione, non con l’illusione di piccoli aggiustamenti. Evitando le contraddizioni di chi parla di ambiente ma lascia le piazze trasformate in deserti di cemento, o di chi invoca innovazione ma non si dota degli strumenti per governarla”.
OLIMPIADI INVERNALI
Quanto alle Olimpiadi invernali, Ronzulli ha offerto una lettura ottimistica del percorso in vista del 2026: “Una sfida che molti ritenevano irrealistica, altri temevano potesse trasformarsi nell’ennesima occasione mancata, altri ancora speravano fallisse. E invece sarà l’opposto: i Giochi dimostreranno la nostra capacità di organizzare grandi eventi ai massimi livelli.
Non sono solo sport: sono infrastrutture, mobilità, sicurezza, accoglienza, sostenibilità. Porteranno lavoro, turismo, investimenti, nuovi collegamenti tra le valli e una vera rigenerazione delle aree montane a rischio spopolamento, lasciando un’eredità concreta fatta di impianti moderni, reti potenziate e territori più competitivi”.
In chiusura, ha affidato alla politica un compito preciso: “I tecnici definiscono come raggiungere un obiettivo, ma l’obiettivo lo deve fissare la politica con coraggio e responsabilità. Costruire il futuro significa tenere insieme città e regioni, eccellenze e fragilità, centri e periferie. Significa creare un’Italia in cui ogni territorio abbia diritti, servizi e opportunità all’altezza del proprio potenziale”.































